L'intervista a Adam Michnik, leader di Solidarnosc, sulla rivolta ucraina
http://www.repubblica.it/esteri/2014/02 ... ef=HREC1-3
obe ha scritto:e se alla fine arrivasse una separazione tra l'Ucraina occidentale da quella orientale?
Maxdivi ha scritto:Ho dato un'occhiata alle news in tv delle varie nazioni.
Sicneramente ho un'idea di quello che potrebbe succedere e riguarda la parte orientale e meridionale del paese, ma per ora la lascio nel panorama della "fantapolitca" e la tengo per me.
La vedo come una strategia efficace e sensata geopoliticamente e mi dispiace ma l'approverei se si verificasse.
flyingsoul ha scritto:Rientro dopo una lunga assenza
obe ha scritto:obe ha scritto:e se alla fine arrivasse una separazione tra l'Ucraina occidentale da quella orientale?
Pensi a questo Max?
CONSULTAZIONI AD ALTO LIVELLO TRA RUSSIA E CRIMEA
THE SAKER
vineyardsaker.blogspot.it
Fonti di notizie russe segnalano che il Presidente Putin ha presieduto una riunione del Consiglio di Sicurezza Russo, il più alto comitato consultivo per la sicurezza nazionale, per coordinare le politiche di sicurezza. Il Consiglio di Sicurezza ha ascoltato un rapporto del Presidente della Duma di Stato, Sergei Naryshkin, e della Presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matvienko, durante le consultazioni con Vladimir Konstantinov, il Presidente del Consiglio Supremo della Repubblica Autonoma di Crimea.
Mi aspetto che questo tipo di "consultazioni" con i leader dell'Ucraina orientale e meridionale (le zone in blu nella mappa) diverranno più frequenti, visto il peggioramento della situazione nel resto del paese.
Ieri, il governatore della regione di Kharkov, Mikhail Dobkin, ha tenuto una lunga conferenza stampa in cui ha sottolineato le misure prese da questa regione in risposta agli sviluppi della situazione a Kiev. Tra l'altro ha dichiarato che:
Aveva ordinato il ritiro delle forze locali Berkut da Kiev perché non poteva ordinargli di combattere contro i cecchini senza portare armi da fuoco.
Le autorità locali stanno reclutando volontari per la difesa della regione con il compito di sostenere le forze di polizia locali in caso di eventuali tentativi da parte degli insorti nazionalisti di penetrare nella regione di Kharkov.
Sono stati approvati diversi documenti che potrebbero essere presentati alla popolazione locale per un referendum di emergenza se i nazionalisti conquistassero il potere a Kiev.
Le autorità regionali sono pronte ad assumere le funzioni del governo centrale, se necessario, e ad iniziare un auto-finanziamento della regione (la regione di Kharkov è la più ricca di tutte le regioni ucraine e per anni i ricavi sono stati utilizzati per finanziare le regioni occidentali del paese).
Gli enti locali sono pronti a dichiarare lo stato di emergenza nella regione e a difenderla con la forza delle armi.
Dobkin ha anche spiegato perchè siano così pochi gli Ucraini orientali presenti alla contro-dimostrazione di Kiev nella cosiddetta anti-Maidan. Ha detto che contrariamente ai nazionalisti che possono contare su fondi illimitati forniti dagli USA per pagare le enormi spese che servono per organizzare i pullman per appoggiare gli insorti nazionalisti a Kiev, nella parte est dell'Ucraina ognuno deve contare su quello che ha di suo.
Tutto sommato, sono incoraggiato dalle ultime notizie che arrivano dalla Crimea e da Kharkov e penso che sto cominciando a comprendere la strategia che queste regioni stanno progettando per affrontare la presa nazionalista di Kiev.
In primo luogo, contano su forze di polizia locali sostenute da milizie locali per proteggere le loro regioni da qualsiasi invasione da parte dell'Occidente.
In secondo luogo, assumeranno localmente le funzioni del governo centrale auto-finanziandosi.
In terzo luogo, si impegneranno in intense consultazioni con la Russia per coordinare le loro azioni e, se necessario, ricevere appoggi.
E non bisogna fare l’errore di ritenere questa strategia sia puramente "difensiva" perché ha una componente molto "offensiva": per decenni l'Ucraina orientale e meridionale hanno alimentato con i loro finanziamenti le regioni occidentali e tagliando questi contributi finanziari al Governo Centrale, le regioni orientali e meridionali possono sostanzialmente de-finanziare le regioni dei nazionalisti (che sono povere in canna tanto per essere chiari). Se, come diceva Napoleone (e non solo lui) il denaro è il nervo della guerra, allora con l’auto-finanziamento le regioni orientali e meridionali potrebbero scatenare una guerra economica più efficace di qualsiasi insurrezione nazionalista. E questa è una strategia che la Russia potrebbe, e che forse dovrebbe, sostenere.
Se questo non bastasse, le regioni dell'Ucraina sud-orientale sembrano pronte alla secessione e a dichiarare la loro indipendenza.
L'aspetto cruciale di questa strategia è che by-passa completamente il "problema Yanukovich": invece di aspettare che si faccia qualcosa di ragionevole, questa strategia ha già una risposta pronta a qualsiasi scenario si potrebbe verificare con la possibile capitolazione del presidente ai ribelli nazionalisti, che potrebbero assumere certe funzioni del governo centrale. Questa è anche una strategia che la Russia può sostenere, non solo a livello federale, ma anche a livello regionale seguendo le regioni occidentali della Russia allo stesso modo delle regioni orientali dell'Ucraina.
Finora, la Crimea e la regione di Kharkov sembrano essere in buona forma. Io sono molto più preoccupato per la città di Dnepropetrovsk, che si trova in una regione molto lontana dal confine con la Russia e che si troverà in prima linea in ogni conflitto Est-Ovest.
Questa è una grande città (oltre un milione di persone), dove gli insorti nazionalisti hanno probabilmente molti sostenitori locali, sarà inevitabilmente * la terra da conquistare * dove entrambe le parti dovranno combattere disperatamente.
Potrebbe diventare la " Sarajevo dell’Ucraina ".
gabriele ha scritto:Il partito delle regioni ha gia' scaricato Yanukovich, il quale e' diventato il capro espiatorio della situazione. Naturalmente tutto e' incerto e le prossime settimane saranno decisive. Ma secondo me, se il potere andra' alla Tymoschenko, corrotta o meno che sia, avra' la furbizia, il carisma e l'abilita' di tenere unito il paese, avvicinandosi all'Europa senza tagliare i ponti con la Russia. In questo senso si dovra' tener conto anche dei partiti russofili. Credo che cio' convenga a tutti, compreso potenze estere. La Russia sa che avra' tempo e modi per mantenere la sua influenza sul paese.
La narrazione favolistica della Tymoshenko (nata Yulia Volodymyrivna Hrihyan) perseguitata politica è per l'appunto una “favola”; la venusta e diafana Yulia è in realtà la combinazione tra una feroce volontà di affermazione unita ad uno spasmodico desiderio di potere e denaro, il tutto agevolato da un sapiente uso dei media e da un indubbio e consapevole ascendente verso gli uomini, specie quelli potenti.
La fortuna della famiglia Tymoshenko – Yulia, il marito Oleksandr e il suocero Gennadi – arriva con l'era delle privatizzazioni seguite al crollo dell'Unione Sovietica.
Con la ritrovata indipendenza nazionale del 1991, il ricco mercato dei combustibili fossili offre alle persone più scaltre ed intraprendenti enormi possibilità di arricchimento; tutto ha inizio con la fondazione della Korporacija Ukrainskij Benzin (KUB) – nella quale la famiglia di Dnipropetrovsk investe i proventi derivati dalla esportazione di metalli - la prima di molte compagnie con intrecci nebulosi; la KUB fu registrata a Cipro – paradiso fiscale – l'8 ottobre del 1992 come una joint venture ucraino-cipriota con la Somolli Enterprises Ltd, con l'85% delle azioni di quest'ultima nel “portafoglio” KUB.
Gli affari vanno piuttosto bene e in poco tempo l'azienda arriva ad ottenere il monopolio nella fornitura di prodotti petroliferi al settore agrario di Dnipropetrovsk , merito soprattutto dei buoni uffici di Pavlo Lazarenko, l'allora capo del Dipartimento dell'Agricoltura in quella città; nel frattempo la stella politica di Lazarenko comincia a brillare anche a livello nazionale e il presidente ucraino Leonid Kuchma lo chiama a Kiev, dove diventa il primo viceministro dell'Ucraina con delega all'energia.
La Tymoshenko, con la quale egli intrattiene una relazione clandestina, viene chiamata nella capitale dove il 20 novembre 1995 fonda la UESU (United Energy Systems of Ukraine), una nuova società nata dalla riorganizzazione della KUB; Yulia ne diventa a 36 anni il presidente e con il supporto del “padrino” Pavlo la UESU arriva a controllare, a fine 1996, il 25% dell'economia ucraina: l'espansione della società include 20 entità industriali, istituti di ricerca, la compagnia aerea EES e due banche – Pivdencombank e Slovyansky; uno “Stato nello Stato”, come scrive il quotidiano ucraino “Izvestia”.
Sono gli anni in cui Yulia Timoshenko diventa la “principessa del gas” per le accuse di aver stoccato enormi quantità di metano, facendo aumentare le tasse sulla risorsa e ricavandone notevoli profitti; le fotografie del tempo ce la mostrano con il piglio di una donna in carriera, vestita con tailleur occidentali e telefonino d'ordinanza ma i primi scandali appaiono all'orizzonte: il 13 febbraio 2001 viene arrestata insieme al marito con l'accusa di aver pagato tangenti a Lazarenko per 86,88 milioni di dollari in cambio del monopolio del gas: scarcerata dopo alcune settimane, tutto passerà in cavalleria con la Rivoluzione Arancione che la consacrerà eroina nazionale e le consegnerà il suo primo incarico come premier, con nuovi look e acconciatura stile “contadinotta ruspante” ucraina.
Anche la stella di Lazarenko - che era diventato Primo Ministro nel 1996 – comincia ad affievolirsi; un'indagine della corte del distretto settentrionale della California Divisione di San Francisco porta alla luce un alto livello di corruzione finalizzato al trasferimento di centinaia di milioni di dollari (destinati alla RAO GAZPROM, quali pagamento per le forniture di gas) a conti cifrati su banche offshore: dal dicembre 1995 fino al 1997 la UESU riceve forniture di gas naturale da RAO Gazprom, trasferendo dolosamente - ad inizio gennaio 1996 - i pagamenti degli utenti ucraini a conti esteri appartenenti alla United Energy International Ltd (UEIL), una consociata all'85% di UESU e fondata a Londra il 17 ottobre 1995 da un cittadino turco – Ercument Aksoy - alle dipendenze della Tymoshenko.
Tra l'8 aprile e il 31 dicembre 1996 anziché pagare le forniture di gas russe, la UEIL (controllata da Tymoshenko) trasferisce approssimativamente $140,000,000 alla Somolli Enterprises (controllata da Tymoshenko), che nel periodo aprile 1996-giugno1997 ne sposta $97,000,000 a conti cifrati in Svizzera, Polonia e Stati Uniti - compresi $13,000,000 in un account cifrato alla Pacific Bank a San Francisco - tutti intestati a Peter Kiritchenko (prestanome di Lazarenko): a questo punto il cerchio si chiude con il passaggio di più di $120,000,000 dai conti di Kiritchenko a quelli di Lazarenko in Svizzera e Antigua.
Il 1° luglio 1997, il presidente ucraino Kuchma, sotto le forti pressioni occidentali – solleva dall'incarico Lazarenko che, dopo alterne vicende, viene arrestato negli Stati Uniti e condannato nel 2006 a nove anni di prigione per riciclaggio ed estorsione; per queste vicende l'Interpol ha emesso anche per la Tymoshenko un mandato di cattura che risulta sospeso per lo status di immunità.
I procedimenti giudiziari a suo carico ora si intensificano; nella primavera del 2010 è stato aperto un procedimento per l'appropriazione indebita di 480 milioni di euro, spettanti allo Stato per la vendita di quote ucraine di emissioni di gas a effetto serra; nel gennaio 2011 si cambia e il reato contestato è l'abuso d'ufficio, relativo all'acquisto – con fondi statali – di ambulanze a prezzo maggiorato, fino ad arrivare al 24 maggio 2011: la Procura Generale la accusa di abuso di potere e d'ufficio in occasione della stipula dei contratti per l'acquisto del gas dalla Russia.
Questo processo si è concluso con la condanna a 7 anni di reclusione e al risarcimento di 1,5 miliardi di grivnie per i danni provocati allo Stato: le motivazioni della sentenza sono gravi perché la Tymoshenko, comprando il gas a prezzi poco vantaggiosi, avrebbe “usato la sua autorità a fini criminali, commettendo atti che hanno oltrepassato chiaramente i suoi diritti e il suo potere”, provocando un danno all'Ucraina per 130 milioni di euro; la condanna è stata confermata anche in appello il 29 agosto 2012, diventando definitiva.
La Tymoshenko, spalleggiata da Unione Europea e Stati Uniti, ha sempre considerato la sentenza come “politica” ed ha presentato un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha giudicato “illegale e arbitraria” la detenzione; la detenzione - si badi bene - non la sentenza.
Infatti le motivazioni della Corte di Strasburgo riguardano solo l'opportunità del fermo coatto.
Qualche mese prima del verdetto della corte europea, un'indagine indipendente condotta per sei mesi dal prestigioso studio legale statunitense ”Skadden, Arps, Slate, Meagher and Flom”, con uno staff guidato da un partner dello studio - l'avvocato Gregory Craig, ex consulente della Casa Bianca – aveva esaminato tutto il materiale relativo al processo e intervistato tutti i protagonisti del processo, dal giudice ai testimoni, dall'accusa alla difesa, inclusa la Tymoshenko: il rapporto finale è stato sostanzialmente in linea con quello che, da lì a qualche mese, scriveranno i giudici europei, riconoscendo che ci sono state alcune violazioni del diritto alla difesa, ma non tali da ribaltare la sentenza, fondata su “supporti probatori” e “non politicamente motivata”.
Ma l'accusa più grave che la Tymoshenko si trova ora ad affrontare riguarda il suo coinvolgimento nell'uccisione del deputato Yevhen Sherban; nel novembre del 1996 Sherban, governatore di Donetsk e uno degli esponenti di spicco del clan locale, fu assassinato con la moglie all'aeroporto del capoluogo del Donbass da un commando mascherato; secondo gli osservatori il fatto risaliva alla guerra per il controllo del gas tra il clan di Donetsk e quello emergente di Dnipropetrovsk, guidato allora dall'ex premier Pavlo Lazarenko e Yulia Tymoshenko: Sherban avrebbe intralciato il piano per rendere la UESU l'unico fornitore nella regione industriale di Donetsk e così si decise di eliminarlo; il Procuratore Generale Viktor Pshonka ha dichiarato che su conti bancari riconducibili a Tymoshenko e Lazarenko sarebbero transitati i soldi per pagare i killer, un totale di 2,82 milioni di dollari.
flyingsoul ha scritto:No, mi spiace, ma su timoshenko non convengo con voi.
Se l'ucraina è arrivata a questo punto è anche per colpa sua. Timoshenko è il berlusconi ukraino, pensa solo a pararsi il culo ed a gestire i suoi interessi.
Maxdivi ha scritto:"Il parlamento ucraino ha abrogato una legge sulla lingua approvata appena due anni fa e che aveva fatto diventare il russo lingua ufficiale in metà del Paese. La legge prevedeva lo status di lingua ufficiale regionale per gli idiomi parlati a livello locale da almeno il 10% della popolazione. Hanno votato a favore dell'abrogazione della legge 232 deputati, appena sei in più del quorum richiesto di 226. L'ucraino sarà l'unica lingua ufficiale dell'Ucraina." (Ilsole24ore)
"Hanno votato di abrogare una legge rispettosa dei più elementari valori della convivenza pacifica di popoli diversi in un unico stato sovrano. I "valori europei" avanzano. "
Se questi sono i problemi prioritari dell'ucraina...negare l'esitenza delle minoranze...boh sicuramente avremo un governo che comprende le necessita' della popolazione meglio del precente...
Ma come si fa....assurdo e mi vengono a parlare di strada verso l'europa unita.
Saranno contenti quelli dello Jobbik.
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