Gand (Gent) dal 5 al 7 dicembre - partecipanti: io (e la sfortuna che mi sono portato dietro)
Niente diari o racconti. Pochi giorni, qualche spunto
- primo comandamento: mai sfidare la sfortuna. Appena partito avevo una strana sensazione ma ero felice perché l'avevo fregata, convinto di lasciarmela a casa. Arrivo di pomeriggio, la sera ho la febbre. Prima di partire leggevo di temperature effettive tra 5 e 10 gradi. Ma percepita molto più bassa, intorno a 2-3 gradi. Non faceva freddo, ma quando tirava vento si gelava. E là ho comprato un berretto di lana (chi mi conosce sa che li ho sempre odiati). Non mi è servito e il giorno dopo avevo ancora più febbre, con brividi etc (sui 38,4). Questo ha influenzato un po' il piano, ho evitato Bruges. E la sera sono rientrato un po' prima. Ma per il resto me ne sono fregato e sono uscito come avrei fatto normalmente. Certo, un bel po' di sfortuna ma fa nulla.
- tema sicurezza: premesso che non ero a Brussels, a parte un po' di militari armati in aeroporto e nella stazione ivi presente, nulla da segnalare. Al ritorno, al metal detector pre ingresso al gate a quasi tutti suonava, me compreso. Cosa strana, stranissima. Mi hanno perquisito. E al ritorno a Linate, subito dopo la passerella che conduce dall'aereo all'aeroporto, 5-6 poliziotti chiedevano a tutti i passeggeri il documento. Solo a noi provenienti da Brussels. Per il resto, nulla da segnalare sul tema. All'ostello ho chiesto info, per curiosità, e mi hanno detto che due settimane prima moltissima gente disdiva o molti chiedevano info a riguardo. Poi la cosa è andata via via scemando.
- Volo: non avevo mai volato con Brussels Airlines e devo dire che non mi ha per nulla entusiasmato. Prezzi da major e servizio low cost (cibo a bordo a pagamento, etc.). Scelta perché era perfetta per gli aeroporti utilizzati e alla fine costava come Ryanair, poco di più, ma risparmiavo tempo. La cosa più sorprendente è l'aeromobile dell'andata, il più piccolo su cui sia mai salito. E la cosa si è fatta sentire:è bastata una minuscola turbolenza sopra le Alpi per farlo ballare allegramente. Personalmente anche i treni belgi non mi piacciono: costano molto e sono vecchi e sporchi.
- la città di Gent. Anche se non è Bruges e non ha i cigni, sembra "uscita da una cazzo di fiaba". Chiese gotico/fiamminghe, canale, castello, ciottolato, centro medievale, etc. Una delle città più belle che io abbia mai visto, senza ombra di dubbio. L'atmosfera natalizia, con i mercatini natalizi, la rendeva ancora più magica. A questo proposito ho apprezzato molto i mercatini, che non sono da intendersi come pure bancarelle con prodotti legati al Natale. Insomma, come i classici mercatini che si trovano un po' qua e là. A me questi non attirano molto. Si trattava in realtà di bancarelle con prodotti locali e circa il 5-10% di bancarelle da altri paesi (io domenica ho scambiato 4 parole a una bancarella di prodotti siciliani con gestori venuti appositamente dall'isola, che mi hanno omaggiato dell'assaggio del "fuoco dell'Etna", un buon liquore). Ci sono anche bancarelle di bar, etc. Ma la cosa più bella è l'atmosfera creata dalle persone, dalla gente locale. Che si raduna lì con amici per stare in compagnia. Non so se mi spiego: si mangia, si beve, si sta assieme, si prova il piacere di stare in compagnia nei baldacchini dei "locali" (baretti etc.). Questo lo differenzia notevolmente da altri mercatini natalizi, popolati prevalentemente da turisti in cerca di gadget natalizi e dal solo shopping. Più una festa di paese che un semplice mercatino, anche se le bancarelle di prodotti ovviamente erano la maggioranza. Per spiegarmi meglio: in piazza c'era la pista di pattinaggio e lunedì mattina era popolata da un paio di scolaresche di bambini del luogo, con insegnanti e alcuni genitori, intenti a pattinare. Insomma, mi ha dato l'idea del mercatino dove si vive assieme.
Sulla bellezza della città metto come sempre le foto. E segnalo come la città cambiasse notevolmente tra giorno e notte. Giornate con un bel po' di turisti mentre la sera molti di meno. Perché? Perché molti visitano gent - e anche bruges - in giornata, da Brussels. Posto che probabilmente la capitale belga è una città non certo imperdibile, secondo me, trovo assurda questa cosa: se di giorno gent è bella, la sera è magica. La vera magia di quella città, e presumo anche di bruges, arriva al buio. Credo che un paio di foto lo spieghino meglio (nota bene: fatte con il cellulare, quindi la qualità è quella che è. Difficile stare fermi, avevo poca voglia di girare con la macchina fotografica. Ma la città, la sera, diventava un set fotografico naturale e splendido)
- Nightlife: credo che gent abbia circa 200 mila abitanti. Una città media, diciamo così. Ha una famosa università ed età media bassa. Risultato: metà popolazione, occhio e croce, è under 35. Molto giovane. Non mancano i bar, i pub. Disco non ne ho viste. Molto viva, non so se per il periodo festivo ma credo di no. In belgio ero già stato a Liegi, che più o meno da questo punto di vista è simile (per grandezza e popolazione giovanile), anche se a Liegi c'è il "le carrè". Che dire? Se avessi avuto 10 anni in meno mi sarei divertito molto di più. Non pensavo ma la sera c'è dove andare. Nella piazza principale allestito un megalocale temporaneo ultraimballato sabato sera, come anche i pub: in uno sono uscito subito talmente era pieno perché per ordinare al bancone ci avrei messo 2 ore.
- Il cibo. Due viaggi in Belgio e non ho mai mangiato cozze e patatine, pur prendendo sempre prodotti locali, è strano. Boulettes a Liegi, sfufato di Gent questa volta. C'è da dire che Gent ha 3-4 prodotti tipici e quindi sono passato su quelli. Ho evitato il waterzooi e il coniglio perché le zuppe non mi piacciono molto e il coniglio dove cenavo, Brasserie Savarin, non c'era (altro prodotto tipico della città, fatto con prugne e altro). Le cozze saltate perché non stavo benissimo. Lo stufato mi è piaciuto: è fatto con salsa preparata anche con birre e alcune spezie. Ecco, piccola considerazione sulle spezie che sottolinea come la cultura di un paese passi molto dalla cucina. Va ricordato come le fiandre fossero Olanda, anni fa. E forse è proprio per quello che erano in un piatto fiammingo. Azzardo, non saprei. Comunque, ho provato anche un piccolo dolcetto natalizio locale, una piramide gommosa con al suo interno marmellata liquida di mirtillo rosso. Non male. Ma il Belgio è famoso per le patatine fritte (molto diverse dalle nostre sia per il taglio, che per la patata utilizzata, che per la preparazione dato che vengono fritte due volte e nello strutto). Ne mangerei a tonnellate, infatti appena giunto al mercatino ho fatto spuntino con loro. Chi non le ha mai assaggiate non sa cosa si perde. Poi ho naturalmente assaggiato un waffle, fatto al momento e con Nutella. E sono entrato in cioccolaterie: pure sui cioccolatini, chi non li hai mai assaggiati non sa cosa si perde. 30 e rotti gusti, esplosione di sapori al palato. I miei preferiti: i Leonidas, ma anche i Godiva non scherzano (specie sul prezzo).
Sulle birre: provata una Christmas (non ricordo la marca) - ho scelto il Belgio anche per quello - e altre. Tra le altre, una Special 900 ma soprattutto una Gruut, birra locale di cui ho visitato la birreria (e ho scelto di soggiornare a Gand anche per questo). Che dire? C'è da perdersi.
E diciamo pure che apprezzo il belgio perché non sono ubriaconi, come inglesi od olandesi. Amano il piacere del bere.
E diciamo anche se passassi una settimana in Belgio al mio ritorno dovrebbero mettermi in lista di attesa per il trapianto di fegato. Non tanto per le birre, non mi ubriaco, ma per i dolci etc.
Questo è quanto.