https://www.youtube.com/watch?v=s10ldVRHRSw
Date:10-22 agosto
Partecipanti: io
Itinerario: Tbilisi – escursione a Mtskheta / Gori / Batumi / Tbilisi
GIORNO 1: 11 AGOSTO
Un viaggio di solito inizia prima di partire. Scegliendo un paese o un'area per i motivi più disparati. Inizia programmandolo, cercando informazioni, spulciando qua e là consigli, pianificando un itinerario. La Georgia – inizialmente abbinata all'Armenia – era una ipotesi di viaggio valida già da un paio di anni ma poi avevo sempre scelto un'altra alternativa tra le papabili.
Non doveva nemmeno essere scelta quest'anno, ma la prima opzione è saltata causa costi improponibili per le mie finanze attuali. Per il tempo a disposizione ho depennato l'Armenia.
E quindi mesi fa è arrivato il suo turno.
Il fato ha voluto che questo viaggio sia stato programmato male, nel senso che non ho avuto il tempo materiale per programmare bene spostamenti, tappe etc.
Avevo quindi un'idea di massima delle tappe da raggiungere. Dei must to see. Poi delle possibili alternative e dei “want to see, maybe”. Sapevo che in certe zone spostarsi, specie in alta stagione, non è semplice. Ma confidavo sul fatto che in fondo avevo già usato mashrutke, treni, autobus improponibili etc. etc.
Quindi sono partito prenotando un po' tutto, ma con prenotazioni aperte per cancellare o modificare lungo il cammino. Come poi è accaduto. Anche perché mi conosco: non ho mai amato – né mai amerò – correre per vedere uno o due posti in più. Fare 7 città in dieci giorni non fa per me. Tendo a non correre e a prenderla come viene nei giorni della mia vita “normale”, figuriamoci quando mi dedico a uno dei miei hobby preferiti. Sono fatto così.
Mi rendevo conto però che leggendo qua e là la Georgia offriva veramente tanto, quasi troppo considerata la sua scarsa grandezza.
Così sono partito in una sorta di “appuntamento al buio”: so il suo nome, parte della sua storia e altre cose che mi interessavano già da anni, scoprivo piano piano cose nuove, vedi ad esempio le comunità selvagge e “particolari per certi aspetti” dello Svaneti, tanto per dirne una.
Appena arrivato è stata la stanchezza a darmi il benvenuto. Mi trovo qui ad aspettare l'autista della guesthouse, sono le 4 di notte locale. Il volo non è stato dei migliori: Lot airlines, una major con comfort low cost. Un solo bicchiere d'acqua offerto in circa 6 ore di volo, tra i due voli. Poi, tutto a pagamento.
Lo sapevo. E va bene così, ormai è passato e mi sto per tuffare in questa nuova avventura.
Dopo 10 minuti ecco arrivare un uomo nel piccolo aeroporto di Tbilisi, vero la zona arrivi.
Smetto di interpretare il ruolo del cane abbandonato in autostrada: è proprio lui, il mio autista. Si è fatto aspettare ma finalmente partiamo. Subito scopro una delle cose che già mi aspettavo, la guida un po' acdc (alla cazzo di cane) dei georgiani. Il tragitto mi permette di vedere una Tbilisi quasi deserta e di intravedere subito le prime cose interessanti: viale George W Bush e dopo pochi minuti di viaggio intravedo il lontananza la città vecchia con la fortezza che si inerpica su una collina, i ponti colorati etc. Pochi secondi ma già una buona impressione.
Arrivo alla guesthouse prenotata: room 404, camera tripla con bagno privato a uso singola per 25 euro al giorno, colazione compresa.
Il vantaggio è che dopo mia richiesta, mi lasceranno il check in anticipato a costo zero, se la camera sarà libera. Così mi avevano confermato pochi giorni prima di partire. Sono a circa 800 metri da piazza Rustaveli.
La camera è occupata, così i due padroni di casa, sui 65 anni, mi forniscono un cuscino: mi hanno riservato il divano in similpelle nero del salotto. Non me lo faccio dire due volte: poso le valigie, mi tolgo le scarpe, ci salutiamo e resto subito solo nella grande sala. Ho appena il tempo di notare l'arredamento un po' naif della stanza. “Ci sarà tempo per la casa, la gente e il paese” mi dico e dopo pochi secondi crollo in un sonno profondo. Fa caldo, ma è sopportabile e la finestra aperta lo rende quasi piacevole.
L'orologio segna le 5 e qualcosa.
Verso le 8 mi sveglio. Dopo mezz'ora torna in stanza la padrona di casa, mi saluta e mi comunica che la stanza è quasi pronta. Sono ancora rimbambito dal sonno e la stanchezza e così, quando prendo possesso della stanza, faccio le cose più immediate da fare (aprire le valigie per prendere il necessario, andare in bagno, lavarmi velocemente, etc.) e mi ributto subito a letto, tanto è ancora presto e un paio di ore di sonno mi servono.
Verso le 11 mi sveglio e mi sento finalmente pronto a incontrare Tbilisi.