Samusadork ha scritto:Maxdivi ha scritto:Una strategia di Puigdemont, Mas e Junqueras potrebbe essere quella di farsi arrestare tutti e puntare sul vittimismo, appelli internazionali, mobilitazioni della loro piazza ecc. questo semplicemente rientrando sfacciatamente nei loro uffici nonostante il divieto. Gia' si sventolano bandiere dell'Onu alla Generalitat. E all'Onu non c'e' solo l'Europa ( lo dissi tempo fa ).
Concordo, ma ai "signorini" la galera pare non piacere per niente... Puigdemont e fedelissimi riparati a Bruxelles dopo l'invito implicito del ministro per la cooperazione internazionale (nazionalista fiammingo con simpatie naziste), peraltro sconfessato dal suo stesso governo. Mossa abbastanza incomprensibile: se vuoi scappare cerchi di uscire dalla UE. E' impensabile che il Belgio non li consegni qualora la Spagna chieda l'estradizione. Forse andando a Bruxelles cercano di portare la questione sul palcoscenico europeo, ma l'Europa finora non ha mostrato crepe nel sostegno pressoché incondizionato a Madrid.
Quanto a Mas, se ne sta bello tranquillo a Barcellona, non avendo avuto alcun ruolo ufficiale nelle istituzioni catalane durante gli ultimi avvenimenti. E bravo il furbacchione, ha mandato avanti il ragazzotto e lui se n'è stato al coperto.
Ho notato infatti...
Ho avuto modo di seguire in diretta la conferenza stampa integrale di Puigdemont a Bruxelles, domande comprese. Le mie impressioni sono queste:
Ho visto un ottimo Puigdemont, baldanzoso e sprezzante, affabile in catalano, spagnolo, francese ed inglese fluente. Se l'e' cavata rimanendo in ballo. Certo molto dipendera' dall'atteggiamento del Belgio anche.
Non credo che sia un inetto, come non lo e' Rajoy, sono anzi due politici navigati ( sin da giovani ), li ho gia' definiti il Gatto e la Volpe. Fanno anche errrori ma giocano sempre pesante e calcolando la mano e cio' che possono ottenere. Battaglia di nervi di cobra.
E certo c'e' da considerare che il vero capo del partito di Pugidemont e' rimasto sano e salvo a Barcellona, ed e' Artur Mas. Offuscato da scandali di corruzione non e' completamente intaccato, e puo' agire in liberta'. Certo il "collante" con ERC resta Puigdemont.
Puigdemont ha detto che lui resta, assieme ai collaboratori, il legittimo presidente catalano, e continua ad esercitare le funzioni e restare in contatto puntuale e costante con quelli rimasti a Barcellona.
Ha detto che il listone indipendentista accetta la tornata, ma attenzione l'ha accettata in veri e prorpi termini di sfida spavalda, dicendo che non temono elezioni. E provocando Madrid, presupponendo di vincerle quelle elezioni (
<<ne accettera' Madrid il risultato se dovessimo vincere di nuovo noi?>> ). Se la sfida di Madrid sono le elezioni, accettano e le rivinceranno a detta sua.
Parla poi da leader in esilio, punta sul vittimismo, che e' li' per presentare il problema all'europa, nella capitale dell'europa. Denunciando il 155 come repressione.
Dialetticamente (preparando meticolosamente i pezzi in catalano, quelli in francese e quelli in spagnolo ) ha trovato il modo di accettare le elezioni e ripudiare il 155, e mantenere una certa aura di leadership e di perseguitato politico. L'impianto puo' reggere per chi, il cittadino medio l'ha ascoltato in tivu', ma la palla e' ora di nuovo a Madrid, che dovrebbe intervenire sul Belgio ( non semplice affatto ). Rinunciare alla "sfida" avrebbe dall'altro lato significato disfatta finale e soprattutto rinunciare al controllo del parlamento catalano per seggi.
Io non credo che quelle elezioni saranno fiacche. Anzi mi aspetto un gran risalto mediatico, una grande affluenza e che davvero il tutto verra' accolto come una sfida. Certo giorno dopo giorno, specie se ci saranno altri colpi di scena, teatro ad effetto, ecc. le cose potranno cambiare o prendere una piega anziche' un'altra, ma si profila all'orizzonte una sfida del Fronte Secessionista contro il Fronte di Unita' Nazionale.
E sara' possibile scardinare il fronte secessionista se e solo se gli unionisti presenteranno un analogo "listone" o quantomeno parteciperanno in coalizione. Cio' non e' facile, ossia formare una coalizione PP, Psoe e Ciudadanos. Con Podemos preso nel mezzo, che puo' divenire un ago della bilancia.
Scioperi generali per una comunita' come la Catalogna di oggi sono improponibili. Nessuno in Catalogna, unionista o ancor piu' secessionista che sia ( comunisti a parte ), ha voglia di perdere soldi bloccando le attivita' economiche troppo a lungo.
E soprattutto uno sciopero con solo meta' della popolazione aderente resta inefficace.
L'incognita attuale e' il Belgio. per quanto tempo potra' stare li'? Se da un lato certe situazioni e partiti locali favoriscono che si chiuda un occhio sulla presenza del catalano, dall'altro lato puo' essere un elemento destabilizzante della politica belga ( a domanda esplicita ha risposto:
<< non sono qui per fare politica belga, ma e' chiaro che c'e' empatia con certe formazioni>> ) e creare dibattiti interni.
Insomma non credo affatto che la partita sia chiusa qua per tutti.