Mercoledì 13 agosto
Stamattina sveglia alle 5.30, voglio prendere un treno per Bucarest (quasi 6 ore) e avere ancora mezza giornata per visitare la città. Dall’ostello di Sibiu vado in stazione a piedi e prendo il treno delle 6.25. Guardo l’alba dal finestrino, leggo, non c’è molto da vedere fuori, in un modo o nell’altro alle 12.10 sono a Bucarest. Che casino la stazione! Trovo il deposito bagagli e ci lascio lo zaino, poi faccio un po’ di fila alla biglietteria internazionale per comprare il biglietto per domani, visto che mi sposto in Bulgaria. Finalmente esco e trovo l’ingresso della metro, compro dei biglietti (assurdo, ogni biglietto vale due corse, ovviamente si pagano entrambe, ma se a me ne servono ad esempio 5? Ne devo comprare 6. Infatti ho tuttora a casa un biglietto della metro di Bucarest inutilizzato...) e raggiungo Piazza Unirii verso le 13.20.
Provo ad andare verso una cattedrale che si trova in cima ad una collina lì accanto, ma fa troppo caldo e non mi va, ci rinuncio. Mi dirigo allora verso il Palazzo del Popolo, il mega-edificio fatto costruire da Ceausescu, radendo al suolo quasi tutto il centro storico di Bucarest, che ormai è la principale attrazione turistica della città visto che della “Parigi dell’Est” non è rimasto molto. Da Piazza Unirii il palazzo si vede bene in fondo a un lungo vialone a quattro corsie con fontane nel mezzo, quindi mi incammino lungo questo vialone fortunatamente all’ombra.
Mi sento un po’ spaesata in questa città, forse i miei timori sulla delinquenza stanno un po’ tornando, forse è colpa dell’architettura megalomane del periodo comunista associata alle zone di degrado che ho visto uscendo dalla stazione... Comunque prima di arrivare al palazzo faccio una piccola deviazione a sinistra, dove in mezzo a palazzoni in stile sovietico si trova una piccola chiesa, il Monastero Antrim. Non so bene perchè ma ho quasi timore a tirare fuori la macchina fotografica, non mi sento a mio agio, ci sono dei passanti che sembrano abitanti o lavoratori della zona e mi guardano strano, mi sa che qui non vengono molti turisti.
Proseguo verso il palazzo: l’ingresso è dal lato destro quindi bisogna aggirarlo per metà, è davvero enorme. Arrivata all’ingresso, scopro che ti danno un biglietto con orario d’ingresso: il mio è alle 15.15 ma sono solo le 14. Non mi va di aspettare lì dentro, per quanto fuori sia molto caldo: esco di nuovo e mi dirigo su un vialone parallelo a quello da cui sono arrivata. A poca distanza ci sono, una da un lato della strada e l’altra dall’altro, altre due chiese nascoste tra palazzoni in cemento mezzi rovinati e lavori in corso. Si tratta della Chiesa dei Santi Apostoli e del Monastero del Principe Mihai. È davvero difficile trovarle, specie la seconda, tra il dedalo di strade in mezzo ai palazzi. Non ci sono ovviamente indicazioni, e camminare da sola in quella zona mi continua a dare un po’ di fastidio. Non c’è nessun motivo oggettivo per questa sensazione, solo la vista di questi casermoni, dei marciapiedi mezzi disastrati, degli operai alle ruspe... Non voglio dare l’impressione di essermi persa, già è abbastanza evidente che sono una turista... In ogni caso riesco a trovare entrambe le chiese e a visitarle. È incredibile come questi piccoli gioiellini si siano conservati in mezzo a questi quartieri moderni, mi piacerebbe tanto vedere delle foto di questa zona prima del comunismo...
Torno nel palazzo e aspetto che arrivi il mio turno: si passa al metal detector e tutti in gruppo seguiamo la nostra guida. Stavolta ho pagato il permesso di fare foto, ma chi non ce l’ha scatta lo stesso. Bah. Si passa per enormi corridoi ricoperti di marmo, scalinate maestose, sale con porte di legno prezioso intagliato, stanze con lampadari di vetro di Murano, enormi saloni con soffitto di vetro colorato e ferro battuto, magari anche apribili, con un’ostentazione allucinante. La guida racconta quanti soldi e quanto tempo ci sono voluti, mentre la popolazione languiva, e dice che dopo la caduta di Ceausescu c’era stata la proposta di abbattere l’edificio, ma poi avevano preferito non sprecare anni di sforzi e usarlo per il Parlamento (sua funzione attuale). Per rendere l’idea dell’enormità del posto, ha detto che la bolletta elettrica arriva a 350mila euro AL MESE (se non ricordo male...). Un momento emozionante è quando ci si affaccia dalla terrazza che dà sull’enorme piazzale (al momento un parcheggio) e sul vialone, terrazza da cui anche Ceausescu faceva i suoi discorsi.
Usciamo dalla visita alle 16 e io torno verso Piazza Unirii per il secondo vialone. Passando davanti al Palazzo di Giustizia, alla fine della strada prima della piazza Unirii visito la chiesa della principessa Balasa, poi attraverso il fiume e sono nel centro storico, o meglio in ciò che che resta del centro storico. La zona è tutta un cantiere di lavori in corso, le strade sono polverose e sterrate ma le macchine stanno lavorando, metà degli edifici sono parzialmente coperti da impalcature per restauri... Al momento la sensazione non è delle migliori, ma probabilmente tra qualche anno almeno questa poca parte rimasta del centro storico dovrebbe tornare al suo vecchio splendore.
La prima cosa che visito in centro è la zona della vecchia corte con la sua chiesa dai begli affreschi, ci sono un po’ di resti ma non molto altro. Vlad Tepes (0_0) si fa vedere anche qui con un busto a lui dedicato. Di fronte alla corte c’è un antico caravanserraglio chiamato Hanul lui Manuc, a cui faccio solo una foto da fuori. Mi dirigo poi verso via Lipsicani, che la guida definisce “bohemienne” ma al momento è solo impolverata da lavori in corso. Visito poi la chiesa Stavropoleos, davvero bella anche se l’esterno è mezzo in restauro, e mi sposto su via Calea Victoriei su cui sorgono due edifici imponenti di fine Ottocento: il Palazzo della Posta che ospita il Museo Nazionale di Storia, e il Palazzo della Cassa di Risparmio con le sue belle cupole in metallo. Proseguendo su Calea Victoriei verso nord, entro nel Pasajul Villacrosse, una galleria molto bella, con vetrate istoriate in stile art nouveau: la luce gialla e verde che filtra dai vetri colorati dà una bella atmosfera.
La vecchia corte
Via Lipsicani
chiesa Stavropoleos
Calea Victoriei
Devio un po’ a est fino a piazza Universitatii, dove appunto sorge l’università di Bucarest, e poi torno su Calea Victoriei per salire a nord fino a piazza Revolutiei: un enorme spazio vuoto circondato da alcuni bassi edifici importanti. Qui c’è infatti il Senato che un tempo era la sede del Partito Comunista, da cui Ceausescu scappò in elicottero, qui c’è un monumento a forma di “obelisco piramidale” con una specie di matassa di fili a forma di uovo infilzata nel mezzo, che non ricordo cosa dovrebbe rappresentare. Qui c’è anche, un po’ spersa da un lato, una chiesetta in mattoni rossi che si chiama Cretulescu, che dà “le spalle” alla piazza: l’ingresso dall’altro lato porta in un interno ombreggiato e fresco, una salvezza con questo caldo, e completamente affrescato come tutte le chiese ortodosse. Continuo ancora a stupirmi che in questi enormi spazi aperti, in queste piazze e vialoni circondati da palazzi moderni e squadrati, siano sopravvissute piccoline e nascoste queste chiesette-gioiello. Davvero bella.
Proseguo verso nord, ormai credo di riuscire a tornare in stazione a piedi: passo il Palazzo Reale che ora è un museo, passo l’Ateneo Romeno, un bellissimo palazzo a pianta circolare, e cammino ancora fino alla Piazza Romana dove c’è una statua di una lupa che allatta i gemelli uguale a quella che c’è a Roma (i romeni sono tuttora molto orgogliosi delle loro origini latine). Sinceramente non so come si faccia a chiamare piazza un mini-slargo di una strada a doppia corsia per senso di marcia dove nel mezzo c’è un’aiuola spartitraffico (lunga e stretta, non una cosa tonda) su cui hanno piazzato la statua della lupa, ma vabbè Da piazza Romana cammino lungo Calea Grivitei e arrivo in stazione verso le 18.45. Quest’ultimo tratto mi è sembrato il più disastrato di tutti, gli edifici a lato delle strade più tranquille sarebbero anche belli ma sono tenuti molto male, addirittura ad un certo punto passo vicino a un edificio molto esteso di cui sono rimaste solo le mura esterne, non c’è tetto, non ci sono interni... chissà cos’è successo, sembra vittima di un incendio o di un bombardamento. Abbastanza lugubre.
Piata Romana
In stazione riprendo lo zaino e prendo la metro per piazza Iancului dove verso le 19.30 dovrei vedermi con Ioana, la ragazza contattata su CS che mi ospiterà stasera. Peccato che mentre aspetto già a piazza Iancului mi scrive con un sms che arriverà con mezz’ora di ritardo. Nel frattempo mi siedo a bordo aiola e mi rilasso leggendo. Quando arriva mi propone di cenare con lei in un ristorantino dove va spesso, all’angolo della piazza: un posto all’aperto, tranquillo, dove mangio finalmente i mici (polpettine). Buoni!! Ioana è simpatica e mi racconta un po’ di sè: vive col ragazzo in un appartamento qui vicino. Verso le 22 andiamo a casa sua, conosco Radu e ci rilassiamo bevendo un po’ in compagnia. Anche Radu è molto simpatico, peccato davvero che domani me ne vado via presto, sarebbe bello poter vedere Bucarest con i loro occhi... Anche se sono molto stanca resisto fino quasi a mezzanotte, poi si dorme!