La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda nonnomario » 01/02/2009, 20:44

Aideena ha scritto:Che colore è nonno?verde o azzurrino?

la bottiglia è disegnata ed il contenuto è scuro, però potrebbe essere che il vetro sia scuro, l'etichetta è giallo oro con scritto in centro Absinthe Française e sopra la scritta una coccarda e delle bandiere francesi.
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda Sun semper chi... » 03/02/2009, 12:55

Molto buono l'assenzio!
Prese in piccole dosi, adoro tutte queste "bevande" dall'ottimo gusto genuino e deciso, come anche per esempio dell'ottima grappa, o del buon rhum liscio, e similiari...
Purtroppo mi sta finendo l'assenzio squisito che ho a casa, preso però a Praga: evapora più velocemente del previsto :D
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda Aideena » 03/02/2009, 15:08

Io ci diluivo lo smalto con l'assenzio, che tamarra! :lol:
@nonno: ma non lo hai ancora assaggiato?
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda albert » 03/02/2009, 16:04

Io lo trovo molto spesso nei bar. A Torino lo si può bere facilmente al caffè ventuno in piazza vittorio.
A praga comprai due bottigliette di "assenzio delirium 35" o qualcosa di simile che suonava in modo tanto cattivo. Alla fine mi era sembrato un liquore come un altro.
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda vilmer7 » 03/02/2009, 16:14

a me avevano regalato dell'assenzio da praga, ma non era verde, era rosa-rossastro :?
fortissimo e dolcissimo, dopo che durava da mesi praticamente intonso l'abbiamo finito in una serata di poker 8-)
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda nonnomario » 03/02/2009, 16:27

Aideena ha scritto:
nonnomario ha scritto:ho a casa un vassoio di quelli da bar francesi su cui stà scritto:
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Da sinistra: c'è disegnata una bottiglia, delle medaglie, una coccarda, altre medaglie.

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Che colore è nonno?verde o azzurrino?

non ho la bottiglia, ho solo il vassoio, può darsi che lo abbia già assaggiato ma ora non ricordo.
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda nelloyanto » 03/02/2009, 17:30

comunque a proposito di assenzi dopo faccio la foto alla mensola che ho in cameretta... mio fratello aveva numero bottiglie che gli regalava una sua amica barista (per i piacentini il chaplin)... datemi un po'
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda mieru là là » 11/02/2009, 21:19

Ragazzi bisogna fare una destinzione iniziale: quella in commercio in Italia è a crema di assenzio, che come diceva qualcuno è un liquore come un altro.
L'assenzio quello vero, quello ispirava Baudelaire per intenderci, è allucinogeno, vietato e pertanto illegale...
Anche io ho assaggiato quello che vendono al locale di torino già citato, ma è sempre crema di assenzio.
L'assenzio vero e proprio è verde, e per consumarlo bisogna seguire una procedura particolare, squagliandolo con un cucchiaino insieme allo zucchero...sicuramente nn nel bicchierino a mò di limoncello...
almeno io sapevo questo
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda fedea » 12/02/2009, 10:24

mieru là là ha scritto:L'assenzio vero e proprio è verde, e per consumarlo bisogna seguire una procedura particolare, squagliandolo con un cucchiaino insieme allo zucchero...sicuramente nn nel bicchierino a mò di limoncello...
almeno io sapevo questo


quello che ti servono a parigi e' quello vero, salvo che han tolto una delle componenti, quella piu' pericolosa insomma, quella che dava le allucinazioni. pero' picchia comunque parecchio...
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda Lebowski » 12/02/2009, 12:32

L'assenzio, in sé, non ha alcun potere allucinogeno.
Lo aveva solo perché nell'800 veniva accompagnato con l'oppio, era questo l'"ingrediente" che provocava strani sintomi.
Per cui sia a Parigi che altrove è privato dell'ingrediente magico, ovviamente: era una sorta di sotterfugio per assumere altre sostanze in modo "lecito". Io almeno la conoscevo così, la storia. E' vero che contiene tujone, ma la quantità è talmente dispersa nella distillazione che non può provocare nulla. Infatti il tujone è presente pure in altri liquori, mai citati come allucinogeni.
La sua storia o leggenda è derivata proprio dall'uso che ne facevano alcuni poeti, i simbolisti francesi (Rimbaud, Verlaine, etc.) da cui poi hanno tratto un film con Di Caprio se non sbaglio.
Nel film si vede quella preparazione con zolletta sciolta direttamente. In realtà è una falsità. Una delle tante hollywoodiane. Ora questa preparazione ha preso uso a Praga e in altre città, ma la vera preparazione è un po' diversa.

Io le ho provate entrambe. Quella "hollywoodiana" a Vilnius. E quella originale in Italia, dalle mia parti, a Soncino per l'esattezza. Cosa posso dire? La prima anche se meno vera è quella più forte.
La zolletta viene accesa prima di con un accendino e poi gettata nella fata verde. Si gira velocemente e si butta giù tutto subito, di rigore. All'inizio non si sente nulla ma dopo pochi secondi ci si sente letteralmente arsi nello stomaco. Si sente una vampata di calore MOLTO forte salire dallo stomaco sino al volto. Si diventa rossi e si tossisce. Manca letteralmente il fiato. Ricordo che eravamo in 5 e due di noi si misero a lacrimare, uno si tolse d'istinto il golf per la vampata di calore.
E' stata un'esperienza divertente.

Quella con la preparazone "vera" fu meno divertente.
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda Aideena » 12/02/2009, 15:59

Io spignattando con le erbe, so per certo che l'artemisia che raccolgo in montagna(Artemisia mutellina, quella per fare il genepy)ha forti poteri digestivi, antinfiammatori, antispasmodici, ma so anche che è reperibile in qualche modo una versione incrociata (Artemisia absinthium)con un' elevata concentrazione di tujone, ovvero il principio attivo usato per i veleni e per la produzione della famigerata Fata verde.
Credo anch'io che l'effetto allucinogeno dell'assenzio "vero" sia dovuto in gran parte alla quantità di alcool presente, tuttavia non escludo l'ipotesi che a Paris utilizzino la droga incrociata per la composizione...misteri....
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda Lebowski » 12/02/2009, 16:27

è un bel mistero: nel senso che è facile da risolvere ma ha generato moltissime leggende. Aggiungiamoci poi il mito dell'artista maledetto e il gioco è fatto.

In realtà è proprio facile da risolvere: sono andato a leggermi wikipedia 5 minuti fa e ho notato che già lì viene svelato.
Hai ragione: è contenuto nel genepy. Ma anche nel vermouth (il Martini per intenderci) e so che compare anche in alcuni amari.
In realtà, come ben riporta l'articolo, nella distillazione la quantità di tujone si disperde al punto che per ottenere effetti sull'uomo bisognerebbe berne talmente tanto che l'alcool ucciderebbe prima. L'alcool poi non ha potere allucinogeno.

Io avevo letto anni fa una storia che wikipedia accenna appena: Rimbaud e soci (i simbolisti francesi) utilizzavano l'assenzio accompagnandolo all'uso di oppio, da fumare.
Era il matrimonio tra alcool e soprattutto oppio che dava allucinazioni.
In pratica amavano di più l'oppio che l'assenzio, ma credevano - erroneamente - che l'assenzio fosse particolarmente portentoso nell'amplificare gli effetti dell'oppio. E quindi li assumevano entrambi.
Le allucinazioni erano derivate dall'oppio proprio perché:
1) come giustamente sostieni il tujone ha lo stesso principio attivo della mariujana. E (non fate i chierichetti e gli ipocriti) sapete benissimo che la marijuana non provoca allucinazioni. ;) L'oppio sì. Questo (non fate i maliziosi) lo so non per esperienza diretta ma per "sentito dire" e se avete visto "C'era una volta in America" trovate conferma.
2) la quantità del principio attivo è talmente ridotta che non fa nulla. Infatti il genepy e altri liquori non hanno alcun potere simile.

Purtroppo l'assenzio ha goduto di questa fama erroneamente e alcune aziende ci hanno marciato sopra. Ad esempio, ho letto l'anno scorso che quel buffone di Marilyn Manson ha realizzato una produzione propria di assenzio in Svizzera.
Era molto interessane l'articolo sui poeti maledetti e il loro rapporto con droghe e assenzio. Ma non ricordo dove l'ho letto.

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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda Aideena » 12/02/2009, 16:36

Lebowski ha scritto:Ad esempio, ho letto l'anno scorso che quel buffone di Marilyn Manson ha realizzato una produzione propria di assenzio in Svizzera

E come l'ha chiamato? The beautiful people's absinth? :lol:

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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda albert » 13/02/2009, 15:39

Grazie delle rivelazioni dude!
In effetti a Torino spesso lo servono come shot o con il ghiaccio, però mi è capitato di berlo anche con la zolletta di zucchero infuocata (a praga e bardonecchia, forse anche a torino) e in effetti l'esperienza è migliore.
Per il resto un liquore come un altro. Tra l'altro, a mio parere, come il famoso tamango torinese di cui si è parlato in un altro topic. O in un altro forum.
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Re: La fata verde, storia dell'assenzio nella capitale francese

Messaggioda cametauval » 26/02/2009, 21:24

Non me ne intendo ma mi hanno detto che quello di Praga è di qualità molto scadente.
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