Merc. 25 aprile, Skopje - Gorno Nerezi - Tetovo - Skopje (117 km, 2:40 h di moto)Oggi facciamo colazione al bar sotto l'hotel: hanno vari menù-colazione e ne scegliamo uno con tanta frutta, ottimo. Stamattina vogliamo esplorare
Skopje per poi riprendere la moto e fare un giro nei dintorni. Torniamo quindi su piazza Macedonia per qualche foto con la luce del giorno, alla statua di Alessandro, alla fortezza che si vede da sotto e agli edifici moderni tutt'attorno. Ci affacciamo sul fiume Vardar dove ci sono lavori in corso e varie statue in bronzo un po' assurde (anche sulla piazza a dire il vero). Con stupore notiamo un gruppo di turisti orientali con la classica guida con l'ombrello e tutti col cappellino e la macchinetta fotografica d'ordinanza. Giapponesi? No, sono coreani! Mi sembra quanto meno improbabile che dalla Corea (ma anche fosse Giappone sarebbe uguale) siano venuti apposta in Europa per visitare Skopje, chissà all'interno di quale itinerario è stata inserita la capitale macedone. Boh.
Attraversiamo il famoso Ponte di Pietra risalente al 1469
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e ci inoltriamo nella zona nord della città, dove si trovano il quartiere ottomano e la fortezza. La prima cosa che vediamo sono gli ex-bagni turchi Daud Pasha, oggi sede di una galleria d'arte: sono ancora chiusi. Proseguiamo e ci ritroviamo nella parte più caratteristica, con le viuzze fiancheggiate da negozi e barettini davanti ai quali anziani signori bevono il tè.
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Ci perdiamo un po' tra le stradine e dopo poco ci accorgiamo di essere finiti vicino ad una bella moschea: entriamo nel bel giardino con fontana centrale, dove ci sono un paio di signori seduti sulle panchine a chiacchierare. Giriamo tutto attorno alla costruzione, ammirandola bene, ma la porta d'ingresso è chiusa.
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Prima di andarcene mi avvicino a uno dei signori per chiedere conferma che quella sia la moschea di Mustafa Pasha (segnata sulla mappa) e quello non solo dice di sì ma si alza con un sorriso, ci apre le porte senza che l'avessimo chiesto e ci dà anche il permesso di fare foto. L'interno è molto rilassante, quasi tutto bianco con belle decorazioni blu: siamo molto contenti di questo gesto spontaneo e alla fine scambiamo anche due parole col signore anche se lui non parla inglese, ma tanto la domanda che ci fanno tutti per prima cosa è "di dove siete" e quando diciamo Italia sono tutti contenti.
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Dalla moschea scendiamo verso la chiesa di Sveti Spas, dove vorremmo vedere una bella iconostasi di legno intagliato: nel cortile della chiesa però c'è anche la tomba di Goce Delcev, eroe del movimento di liberazione della Macedonia dagli ottomani a fine Ottocento, e una sala adibita a museo su di lui. Visitiamo rapidamente questo piccolo museo, dove più che i documenti relativi alla vita di Delcev ci attira molto una cartina con riportati i confini della Macedonia "storica", che comprende buona parte del nord della Grecia e un pezzettino di Bulgaria. Poi entriamo nella chiesa, dove non si potrebbero fare foto ma ci riusciamo ugualmente. L'iconostasi del 19esimo secolo è uno spettacolo favoloso, tutta intagliata e decorata, così come il pulpito e il leggio. Anche qui dentro troviamo un gruppo di turisti con guida, e sono perfino italiani! Strano! Dalla chiesa si entra poi nelle sale del piccolo ma interessante museo delle icone, molto belle. Anche questa visita mi è piaciuta un sacco!
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Usciti dalla chiesa siamo molto vicino alle mura della fortezza e decidiamo di andare a visitarla: l'ingresso è in cima alla collina e quindi camminiamo un po' nel verde fino ad arrivare al cancello, peccato che sia chiusa per lavori! Uffa...
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Vabbè riscendiamo verso la zona turca e camminando ancora per le stradine strette arriviamo al Kursumli An, un ex-caravanserraglio dove stanno allestendo una mostra di fotografie. E' un po' surreale visitarlo mentre ci sono operai e maestranze che appendono foto in giro e siamo gli unici turisti, tanto che mi chiedo se per caso non fosse chiuso al pubblico, ma nessuno ci dice niente quindi saliamo anche al primo piano e visitiamo le stanze dove i mercanti dormivano (al piano terra c'erano i magazzini per le merci invece). E' stato usato come hotel fino a fine Ottocento!
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Usciti da qui, subito sulla destra c'è l'ingresso del Museo della Macedonia, un edificio moderno che però noi non visitiamo. Continuiamo invece il giro nella città vecchia e andiamo al Cifte Amam, un (altro) ex-bagno turco che oggi è usato come galleria d'arte. Entriamo nella prima sala ma anche qui stanno allestendo una mostra e una tizia ci dice che non è aperto al pubblico, riusciamo solo a vedere qualcosa dall'ingresso.
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Chissà perché ci sono tutti questi lavori o preparativi, forse è previsto qualche evento a breve? Oppure siamo stati solo sfigati noi? La fortezza, il caravanserraglio (che comunque abbiamo visto), l'ex-bagno turco... Comunque ci rimane ancora il secondo "ex-bagno turco ora galleria d'arte" da vedere, il Daud Pasha che stamattina era chiuso. Arrivati davanti all'ingresso notiamo un gran via vai di gente vestita bene, come per una festa, compresi parecchi bambini. Facciamo per entrare ma un signore ci blocca dicendo che stasera c'è un concerto lì dentro, e ora ci sono le prove. Dice che possiamo tornare domani mattina... ma noi con uno sguardo supplichevole riusciamo a farci dare il permesso di entrare "solo 5 minuti" per dare un'occhiata. Evviva! In fondo a noi dei quadri post-moderni esposti non interessava nulla, volevamo solo vedere l'architettura interna di un bagno turco, e almeno qui ci riusciamo (tra l'altro senza pagare il biglietto). Nella sala più grande in effetti ci sono i preparativi del concerto e una bimba bravissima che suona al piano, ma il resto delle sale è vuoto. Comunque dopo pochi minuti ne usciamo come promesso, ringraziando tantissimo il gentile custode.
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A questo punto siamo tornati quasi alla piazza Macedonia, e abbiamo visto la maggior parte dei luoghi "turistici" della città vecchia. A dire il vero mi sarebbe piaciuto andare al mercato coperto per vedere un po' di vita quotidiana della gente, ma è un po' lontano e comunque abbiamo deciso di andare a prendere la moto se non altro per non pagare ancora quell'esoso parcheggio dove l'abbiamo lasciata. Dopo il giro in moto, speriamo di metterla in un posto meno caro per la seconda notte che passiamo qui a Skopje, e magari di girare ancora un po' la città o nel tardo pomeriggio o domani mattina. Per adesso quindi (è circa mezzogiorno) torniamo in hotel, ci cambiamo con i vestiti da moto e andiamo al parcheggio a riprenderla. Se lo pensiamo in euro il prezzo del parcheggio non è esagerato: per 18 ore paghiamo circa 13,5 euro. Il fatto è che con quella cifra ci si cena in due e avanzano pure soldi, per cui sembra un po' altina rispetto allo standard locale.
La prima meta che vogliamo raggiungere è il
monastero di San Pantalejmon a Gorno Nerezi, un paesino appena fuori Skopje. Ma il GPS non sa dove sia questo paesino, e sulla cartina non c'è, per cui andiamo a naso più o meno nella direzione che sappiamo essere giusta e speriamo che ci siano cartelli. Nonostante ad ogni rotonda ed incrocio sia pieno di indicazioni turistiche per chiese, edifici, musei e altre attrazioni varie, non vediamo nulla per questo monastero. Dopo un po' ci viene il dubbio di essere usciti un po' troppo fuori città, ci fermiamo e chiediamo ad un signore, il quale conferma che dobbiamo tornare indietro e prendere una stradina che sale su per un monte. Seguiamo le indicazioni per un po' ma poi non capiamo dove andare e fermiamo un'altra persona, una ragazza che per fortuna parla un ottimo inglese. Anche lei ci indica di salire su per il monte ma nella direzione opposta! Argh. Tra l'altro ci fa notare che il tempo sta peggiorando, ci sono nuvoloni nerissimi lassù, e la stradina per il monastero è in condizioni tremende, secondo lei sarebbe meglio che rinunciassimo. Tsè, non sa con chi ha a che fare!
Seguiamo le sue indicazioni e saliamo un pochino ma dopo un po' non sappiamo di nuovo più in che direzione andare. Dietro mia insistenza torniamo allo stradone di fondovalle che usciva da Skopje e riproviamo ad andare verso fuori, in fondo il primo tizio ci aveva detto che i cartelli per il monastero ci sono, se non li abbiamo visti prima significa semplicemente che non ci eravamo ancora arrivati! Marco mi asseconda (sant'uomo!
) ma dopo un po' ancora nessun cartello. Ci fermiamo a lato strada e guardiamo bene la cartina del GPS: c'è una stradina che sembra poterci portare lassù, l'abbiamo appena superata. Proviamo a prenderla e... miracolo, era quella giusta! (anche qui però all'inizio sbagliamo strada finendo praticamente nel giardino di una casa, ma un contadino gentile ci indica dove andare). Nel frattempo è tornato il sole, la ragazza di prima aveva torto!
La stradina sale, sale, sale, in più ci sono dei lavori in corso che hanno levato lo strato superficiale di asfalto e la moto balla che è un piacere, ci sono camion che restringono la carreggiata e quasi non si passa, ma... alla fine ce l'abbiamo fatta e siamo lassù.
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Il monastero è affacciato su un bel panorama, e l'interno è stupendamente affrescato ma non si possono scattare foto. Il tizio della biglietteria all'ingresso sembra molto attento per cui non ci azzardiamo a usare le rumorose reflex ma Marco estrae di tasca la semi-compatta "d'emergenza" che non si fa sentire quando si scatta, e ruba qualche immagine mentre io intrattengo il bigliettaio comprandogli un libriccino del monastero. Dopo tutta la fatica fatta per arrivare qui vogliamo avere almeno qualche ricordo da portare a casa!
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All'esterno della chiesa incontriamo altri turisti che sono arrivati con 3 taxi, ma dalla direzione opposta. Chiediamo ai tassisti se la strada da cui sono saliti loro sia meglio di quella che abbiamo fatto noi, e ci dicono di sì. Perfetto, scendiamo da quell'altra parte! Scelta azzeccatissima, non solo l'asfalto è migliore e la strada più larga, ma anche i panorami da qui sono molto belli e ad un certo punto c'è addirittura un punto attrezzato con parcheggio e binocoli per osservare dall'alto la città di Skopje. Lo sfondo delle montagne innevate sul paesino col monastero e sulla capitale è davvero suggestivo.
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Da qui si vede bene anche il gigantesco crocifisso in cima al monte, risalente al 2002, che sembra essere il più grande al mondo con 66 metri di altezza.
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La strada poi si ricongiunge al punto dove eravamo arrivati con le indicazioni della ragazza, prima che io insistessi per tornare allo stradone... se avessimo continuato saremmo arrivati in cima prima e con meno problemi, ma ormai quello che è fatto è fatto
Ok, siamo di nuovo a valle sulla strada principale che esce da Skopje verso ovest. Che si fa? Intanto si mangia, sono le 14! Ci fermiamo a lato strada e compriamo del pane col sesamo da una piccola panetteria, lo mangiamo seduti fuori all'unico tavolino del locale. Pranzo decisamente scarso ma al momento non vediamo niente di meglio in giro. Intanto che mangiamo decidiamo la prossima tappa, le possibilità sono due: la città di Tetovo a mezz'ora di autostrada, oppure la zona del lago Matka dove ci sono delle belle chiese rupestri. Quest'ultima area però non si capisce bene come raggiungerla, e quindi optiamo per Tetovo ed eventualmente tenteremo Matka al ritorno.
L'autostrada si paga in ingresso e anche in uscita, e intanto che andiamo mi godo i bei panorami verdeggianti con villaggetti sulle colline, ciascuno con la sua moschea. Infatti la zona nord-ovest della Macedonia ha una forte componente albanese quindi musulmana.
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Entrati a
Tetovo ci troviamo immersi nel traffico, la città in effetti ci ricorda più il disordine dell'Albania che la più tranquilla Macedonia. Per fortuna il GPS qui segnala i punti d'interesse, per cui ci facciamo portare dritti dritti alla Moschea Dipinta, principale motivo per visitare questa città. Parcheggiamo proprio davanti alla moschea (posto libero, che fortuna!) ed entriamo nel cortile assieme ad alcuni signori anziani. Un signore gentilissimo ci apre la moschea, ci regala dei depliant turistici, e ci accompagna dentro tutto sorridente.
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Già le mura esterne sono particolari per gli affreschi (da cui il nome dell'edificio) ma l'interno si rivela davvero spettacolare! La moschea è del 1400 ma gli affreschi sono del 1800, ricoprono le pareti e il soffitto con disegni coloratissimi e molto intricati. Rimaniamo a osservarli e fotografarli per parecchio tempo, siamo davvero estasiati. Poi il signore gentile, una volta usciti, ci fa salire attraverso una porticina esterna alla balconata dove stanno le donne, e da lassù la vista sul soffitto è ancora più bella. Intanto un po' di anziani hanno iniziato ad entrare in moschea e a me, da sopra, sembra quasi di essere testimone silenziosa della vita di tutti i giorni di queste persone che si recano a pregare. Mi sento privilegiata a poter vedere queste scene, i vecchietti che entrano e si siedono sui tappeti, chiacchierano tra loro, salutano vecchi amici...
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Decidiamo di uscire per non disturbare troppo e ringraziando di cuore il nostro gentile accompagnatore ammiriamo ancora un po' la moschea da fuori. Poco dopo, mentre risaliamo in moto, il richiamo del muezzin mi fa capire che la preghiera è iniziata e siamo stati davvero fortunati ad arrivare poco prima.
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Tetovo come città non ci sembra molto interessante ma prima di tornare indietro proviamo ad andare a vedere l'altro luogo segnalato dalla Lonely Planet, il Baba Arabati tekke. Un tekke è un monastero di una setta islamica mistica (un po' tipo i Dervisci), la setta Bektashi. Anche questo posto è segnato nel GPS e ci arriviamo in breve: è circondato da mura e all'interno nel vasto giardino ci sono vari edifici di legno e pietre.
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Qui però ci sentiamo subito un po' fuori posto, non vediamo quasi nessuno e non sappiamo se siamo i benvenuti o meno, per cui dopo poche foto ce ne torniamo alla moto e ripartiamo, non senza aver salutato dei simpatici vecchietti che giocavano a scacchi fuori dal bar vicino cui avevamo parcheggiato.
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Riprendiamo l'autostrada verso Skopje ma usciamo un po' prima sperando di vedere dei cartelli che indicano il lago Matka. Giriamo un po' a vuoto, ma senza troppa convinzione: cartelli non ne troviamo, sono già le 5 del pomeriggio e Marco ha anche un po' di mal di testa, torniamo a Skopje. Il lago Matka rimarrà tra le molte cose da vedere se mai faremo un altro viaggio da queste parti.
A Skopje l'intenzione di cercare un parcheggio diverso da quello di stamattina si scioglie come neve al sole, siamo stanchi, torniamo lì e ci rassegniamo a pagare altri 10 euro o più. Del resto di posti custoditi qui vicino non ce ne sono molti. Ci sarebbe tempo per fare qualche altro giretto in città, una passeggiatina nella zona moderna o lungo il fiume, ma per prima cosa rispondiamo ai nostri bisogni primari. UNO: non avendo pranzato molto abbiamo fame, ci fermiamo al bar sotto l'hotel e ci prendiamo due belle crepes con banana e Nutella, wow! DUE: verso le 18:30 saliamo in albergo per riposarci un pochino, visto che Marco non sta benissimo. L'idea era di uscire dopo un'oretta o due per la cena e un giretto, ma lui si addormenta come un sasso e a me non va di uscire da sola, tanto più che dopo la crepe non ho tantissima fame. Lo lascio dormire anche se un po' mi dispiace non fare nemmeno una passeggiatina rilassante... Vabbè, sfrutto il tempo per fare qualche lavaggio (ho sottovalutato il caldo e ho portato solo 2 magliette a mezza manica, le devo lavare!) e per navigare un po' su internet. Poi... buonanotte
(Vista sulla fortezza dal nostro hotel)
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