Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

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Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 09/05/2012, 19:34

L’idea di questo viaggio è nata un po’ per caso. La mia mania di visitare almeno una volta tutti i paesi del mondo c’entra molto :mrgreen: ma anche il fatto che non avessimo molto tempo e che avessimo appena cambiato moto, comprandone una più adatta a strade sconnesse e a qualche facile sterrato rispetto alla moto precedente. L’abbiamo fatto in previsione del viaggio di agosto ma perchè non testarla già in aprile? :D Quindi: poco tempo a disposizione + strade sconnesse + paesi mai visitati = Albania e dintorni!

Fino a poche settimane prima non eravamo nemmeno sicuri di partire, la voglia c’era ma le ferie di Marco erano in forse. Abbiamo comprato i traghetti a inizio aprile e poi niente altro. Abbiamo letto la guida Lonely Planet “Balcani Occidentali” che era già in mio possesso, abbiamo fatto l’assicurazione e siamo partiti. Credo sia il primo viaggio in vita mia dove non solo non prenoto da dormire prima della partenza (quello l’ho fatto varie volte) ma nemmeno giorno per giorno. In queste 8 notti balcaniche siamo sempre arrivati a cercare da dormire direttamente sul posto, nel tardo pomeriggio o a sera. Non abbiamo mai avuto problemi, del resto non è che siano posti molto turistici e non era nemmeno alta stagione. Però devo ammettere che per una di solito un po’ ansiosa a riguardo come me, è stato bello e non mi sono preoccupata per niente.
La poca preparazione ci ha però giocato un piccolo scherzetto: siamo partiti con i vestiti invernali, che in moto significa giacca, pantaloni e guanti non traspiranti, mentre se avessimo guardato le previsioni forse avremmo messo le cose estive. Io per poco non mettevo nemmeno in valigia delle magliette a mezza manica, ne avevo giusto 2 che ho dovuto ovviamente lavare più volte. Insomma abbiamo sofferto parecchio il caldo!

Metto qui i costi delle cose principali:
- traghetto Bari-Durazzo con Adria Ferries cabina doppia interna + moto 170 euro
- traghetto Igoumenitsa-Bari con Ventouris Ferries cabina doppia interna + moto 192 euro (sconsigliato, poi vi racconto perché)
- per dormire in camera doppia con bagno, spesso anche di buon livello, si spendono dai 20 ai 50 euro, a volte con colazione inclusa a volte no
- per mangiare anche piuttosto bene si pagano sui 5-8 euro a testa, una sola volta abbiamo pagato 25 euro a coppia per una cena in un ristorante di buon livello nel posto più turistico visitato (Ohrid in Macedonia).
- La benzina nei tre paesi balcanici costa circa 1,3 – 1,4 euro al litro. Negli ultimi km fatti in terra greca invece abbiamo visto purtroppo prezzi simili a quelli che abbiamo al momento qui in Italia, 1,86 circa.
- Gli ingressi ai siti turistici sono spesso a pagamento ma non costano mai più di 1-2 euro a testa. L’unica eccezione (da cui ci siamo fatti trovare impreparati, poi vi racconto) è il sito di Butrinto, nel sud dell’Albania, che costa 5 euro a testa.

Insomma arriva il sabato 21 aprile 2012, noi abbiamo il traghetto alle 23 da Bari e dobbiamo essere al porto entro le 20 per le operazioni di check-in. Al mattino ce la prendiamo comoda, prepariamo i bagagli come al solito last minute, pranziamo a casa e partiamo da Roma alle 15. Tutta autostrada fino al porto di Bari, dove arriviamo verso le 19:30. Questa prima giornata fa abbastanza freschino e il pile sotto la giacca da moto non mi dà affatto fastidio! Al porto incontriamo come previsto 3 amici moto-turisti che partono anche loro per Durazzo stasera ma non sul nostro stesso traghetto, bensì su quello di Ventouris. Hanno in programma un giro diverso dal nostro. Ceniamo assieme con dei panini e ci salutiamo al momento dell’imbarco. Si parte un po’ in ritardo ma la traversata è tranquilla, dormiamo bene nella nostra cuccetta con aria condizionata e micro-bagnetto.
Le mie foto:
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 09/05/2012, 20:06

Domenica 22 aprile, Durazzo – Tirana – Kruje – Scutari (168 km, 3:40 h di moto)

Ci svegliamo alle 6 e mezza perché l’arrivo è previsto per le 7 ma scopriamo presto che avremmo potuto dormire ancora, il traghetto è in ritardo di almeno 1 ora. Aspettiamo seduti sui divanetti del salone-bar facendo colazione. La nave sembra essere entrata in porto a Durazzo ma ci mette quasi un’ora per attraccare e permettere ai passeggeri di scendere. Passiamo la dogana e tocchiamo il suolo albanese verso le 10 del mattino, sotto una leggerissima pioggerellina che per fortuna smette dopo poco. Inizialmente avevamo pensato di visitare un paio d’ore Durazzo ma il ritardo nell’arrivo, la pioggia e gli orrendi palazzoni che si vedono dal porto ci fanno decidere di lasciar stare. Secondo la guida, in centro a Durazzo dovrebbero esserci alcuni resti romani e delle mura bizantine, dei palazzi e anche un museo, ma noi non possiamo dirvi se valga la pena andarci.

Prendiamo quindi direttamente la strada a scorrimento veloce per Tirana, la capitale, che dista solo una 40ina di km. Facciamo conoscenza con il paesaggio albanese, qui pianeggiante anche se a breve distanza si vedono le montagne: ai lati della strada è tutto un susseguirsi di edifici mezzi costruiti e mezzi no, ci sono pecore o mucche che brucano la poca erba a lato strada o addirittura sullo spartitraffico, e la situazione economica non sembra certo delle più floride. Vediamo anche i nostri primi bunker, una presenza costante in tutto il paese: durante la dittatura Enver Hoxha ha fatto costruire (si dice) un bunker per ogni capofamiglia, perché potessero difendere la patria da invasioni e quant’altro. Un pazzo furioso, insomma. Pare che l’ingegnere che li ha progettati li abbia dovuti collaudare personalmente, rimanendo dentro il bunker-prototipo mentre lo bombardavano appositamente. :o Visto che ne era uscito illeso, il progetto è stato approvato e i bunker costruiti dappertutto.
(bunker fotografato più tardi sulla strada per Kruje)
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Arrivati a Tirana, ci rendiamo conto che il nostro GPS è assolutamente inutile qui in Albania, ha solo le strade principali. Il traffico non è terribile ma neanche inesistente, ma seguendo i cartelli “centro” riusciamo ad arrivare alla piazza principale, dedicata a Giorgio Kastriota Skanderbeg. Eroe della lotta contro l’invasione ottomana durante il Quattrocento, mentre era in vita era riuscito a difendere la sua fortezza di Kruje contro ripetuti attacchi turchi. Dopo la sua morte anche quella fu conquistata, ma gli albanesi lo venerano come un santo.
Non sappiamo bene cosa fare qui a Tirana. Non possiamo / vogliamo dedicarle molto tempo, non è il genere di posto che ci attira particolarmente. Inizialmente avevamo pensato di fare una passeggiata di un paio d’ore tanto per assaggiare un po’ il centro, ma una volta lì non ci ispira troppo. Troviamo un parcheggio su un lato della piazza e facciamo due-passi-due: scattiamo qualche foto alla statua di Skanderbeg con dietro la moschea e al Museo di Storia Nazionale con un fantastico mosaico in stile socialista.
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Poi però decidiamo che non ha senso stare a Tirana per una breve passeggiata (per di più a rischio pioggia) e visto che non era una delle mete prioritarie del viaggio ce la lasciamo alle spalle. L'unica interazione in città ce l'abbiamo con i suoi bancomat, che non ci sono amici: quelli che riusciamo a sperimentare sono tutti solo circuito Visa o Visa Electron, ma noi preferiamo Maestro / Cirrus. Alla fine entriamo da un cambiavalute e cambiamo 50 euro tanto per avere un po' di valuta locale, e si riparte. Mentre usciamo dalla città vediamo anche tutta una serie di palazzoni dipinti a colori vivaci per rallegrare un po’ l’atmosfera, dopo la caduta del comunismo hanno pensato di rimediare a tutto il grigiume che li circondava. Sembrano una coperta patchwork ma meglio di niente!
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Ora andiamo verso nord, la tappa seguente (la prima che mi interessi davvero oggi) è il paese di Kruje, a 30 km da Tirana. Paese natale di Skanderbeg, qui si trovano le rovine di un castello con al loro interno un edificio palesemente nuovo (progettato dalla figlia del dittatore) che fa da museo di Skanderbeg. Le case sono arroccate su per una montagna ma non c'è nulla di tradizionale, sono costruzioni nuove e anche brutte.
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Parcheggiamo vicino al castello nella zona più turistica, infatti molti albanesi vengono a visitare questo posto così importante per la loro storia. Non è nemmeno mezzogiorno e mezzo ma abbiamo fame, e passando davanti ad un ristorantino decidiamo di fermarci a mangiare: il padrone è gentilissimo, ci parla in italiano anche se noi avevamo iniziato in inglese, e mangiamo bene (carne) spendendo poco. Il cielo è sempre nuvoloso ma non piove. Soddisfatto lo stomaco entriamo al castello e ci accorgiamo che il museo di Skanderbeg è chiuso per la pausa pranzo, peccato!
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C'è però un altro museo, il Museo Etnografico, alloggiato in una casa ottomana tradizionale: ci ispira un sacco e lo visitiamo. Davvero molto interessante! Al piano terra ci sono gli ambienti "di lavoro" come le stalle, il frantoio, un piccolo mulino per fare la farina. Al piano di sopra le stanze arredate e decorate, e la guida ci spiega a cosa servivano i vari ambienti. Non si potrebbero fare foto ma quando nessuno ci vede riusciamo a scattarne qualcuna :-)
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Dopo la visita al museo facciamo una passeggiata tra le rovine del castello salendo nelle zone più alte (bello il panorama su Tirana), e poi usciamo. Nel ritornare alla moto passiamo da alcune vie che formano il "vecchio bazar", attualmente un concentrato di negozietti per turisti che guardiamo e fotografiamo senza entrarci. Queste viette sono comunque l'unica zona dall'aspetto tradizionale di tutto il paesino.
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Si riparte quindi per l'ultimo tratto di strada previsto per oggi, circa 80 km fino a Scutari, nel nord del paese, affacciata sull'omonimo lago. La strada è tutta dritta e piena di limiti di velocità bassi nonché di poliziotti col tele-laser, bisogna andare piano. Siamo in pianura ma alla nostra destra non molto lontano le montagne si alzano all’improvviso, ad un certo punto ci si avvicina e passando da Lezhe notiamo un castello in alto. Anche avvicinandoci a Scutari vediamo da lontano la sua imponente fortezza Rozafa, in alto su una collina: decidiamo di andare a visitarla subito, dal momento che è di strada prima di entrare in città.
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Si può parcheggiare abbastanza vicino all'ingresso e salire a piedi gli ultimi metri. Da lassù il panorama è stupendo! Si vede da un lato il lago e dall'altro le campagne albanesi. Notiamo vari punti allagati, deve aver piovuto parecchio in questi giorni. (ma tutta l'acqua che si vede nelle foto non e' certamente dovuta TUTTA alla pioggia! :lol: )
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La fortezza è molto estesa, per un tratto ci sono solo i resti delle mura ma poi si arriva ad una chiesetta diroccata e alla fine ad un edificio integro (ristrutturato) che ospita un interessante museo sulla storia della città.
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Anche qui rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla gentilezza del ragazzo addetto al museo, che ci segue per un pezzetto e ci spiega i reperti: sembra veramente orgoglioso di mostrarci i tesori della sua città. Comunque non siamo gli unici visitatori, ci sono almeno 2 gruppi di turisti che però penso siano albanesi. E poi, nel mezzo della fortezza c'è un pastore che fa pascolare il suo gregge. Guardando la scena mi sembra quasi di essere in Scozia!!
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Dopo esserci goduti per bene questo posto magnifico torniamo alla moto ed entriamo in città in cerca di un albergo: siamo fortunati e arriviamo senza grossi problemi ad un incrocio dove c'e' un piccolo hotel segnalato dalla guida, l'Hotel Kaduku. Hanno una stanza (30 euro con colazione, è la prima volta in vita mia che il prezzo reale e quello segnalato dalla guida di 3 anni prima coincidono!) e hanno anche un posto dove parcheggiare la moto senza paura di furti: nel cortiletto dell'hotel, nascosta e chiusa da un cancello. Ottimo, ci fermiamo qui! Mentre facciamo il check-in un ragazzo seduto nella piccola lobby attacca bottone: è italiano, si chiama Tommaso e sta facendo Piacenza - Istanbul in bicicletta. Complimenti!! Facciamo due chiacchiere poi ognuno va nella sua stanza: sono solo le 18 e ci possiamo rilassare un pochino. Verso le 19:30 usciamo e incontriamo di nuovo Tommaso, così decidiamo di andare a cena assieme. Prima di tutto troviamo un bancomat con circuito Cirrus/Maestro e finalmente preleviamo. Poi passando vicino a una grande moschea in pochi passi siamo nella via pedonale del centro dove ci sono tutti i locali, è piena di gente ma sembrano tutti bar e birrerie, mentre noi vogliamo mangiare. Ci sarebbero un paio di ristoranti, ma uno è italiano (cerchiamo di evitare in viaggio) e l'altro ha l’aria un po’ troppo lussuosa e seria per i nostri gusti. Ci spostiamo allora di poco e troviamo il Piazza Park, che sembra un pub all’aperto ma ha anche un ristorante all’interno: ceniamo in modo eccellente con un piatto di carne, bibite e anche il dolce e spendiamo meno di 7 euro a testa. Tommaso è molto simpatico e davvero in gamba, ci racconta un po' della sua vita e del viaggio che sta facendo, è davvero un tipo tosto! La serata vola via senza che ce ne accorgiamo, e torniamo all'albergo molto contenti di quest'incontro e della nostra prima giornata in terra albanese.

Mi dispiace solo non aver esplorato un po’ le città da cui siamo passati, Durazzo, Tirana e anche Scutari: sarebbe servito un giorno o due in più. Devo ammettere che avevo anche un po’ di timore per la sicurezza, ma la passeggiata serale in centro a Scutari in cerca di un posto per cenare ci ha tranquillizzato ampiamente, era pieno di gente in giro che si beveva una birra con gli amici. Peccato non aver scattato un paio di foto, mi sentivo a disagio all’idea (forse perchè era un posto completamente non turistico e mi sembrava di poter attirare l’attenzione? Boh, ci devo riflettere perchè vorrei liberarmi di alcune paranoie che mi sono venute ultimamente...)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Maxdivi » 10/05/2012, 13:51

A Tirana non mi sentirei affatto spaesato...il centro assomiglia un po' alla citta' dove sto :mrgreen:
ma preferisco andarmene a Rodi o a Kos 8-)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Lebowski » 10/05/2012, 14:17

Il mitico mosaico socialista su edificio razionalista! :)
Nel 2009 il parchetto di fronte non era così curato. (anzi, mi sa che non c'era neppure)

Mucche e animali vari pascolanti lungo il bordo della superstrada tirana - durres, o pascolanti sullo spartitraffico, li ricordo anche io. A questo punto credo sia tradizione locale. ;)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 12/05/2012, 19:06

Lunedí 23 aprile, Scutari – montagne albanesi (Kukes)– confine Albania-Kosovo – Prizren - Peja (256 km, 5:45 h di moto)

Dopo la colazione inclusa nel prezzo (decente) e dopo aver salutato Tommaso che oggi va verso Tirana, ripartiamo da Scutari alle 9 circa in direzione est verso il confine con il Kosovo. Se tornassimo un po’ verso sud poi ci sarebbe una comoda autostrada, ma noi preferiamo fare la strada di montagna che passa per Puke e Kukes: dovrebbe essere panoramica e poi visto che siamo qui in moto ne approfittiamo. Infatti la strada è molto bella, perfino l’asfalto non è dei peggiori a parte alcuni pezzi un po’ sporchi di terra (piccole frane) o sassolini. Gli unici pezzi rovinati sono quelli che attraversano i paesini, qui si vede che l’uso intenso ha semi-distrutti l’asfalto e questa si rivelerà una costante in tutta l’Albania. In alcuni punti scorre dell’acqua sulla strada e anche lì l’asfalto è a pezzi.
Si passa continuamente da un passo a una valle e poi di nuovo un passo, salendo e scendendo senza sosta. La velocità media è bassa, non si può certo correre qui e noi non lo vogliamo nemmeno fare, ci godiamo il paesaggio con varie soste foto. Le montagne sono brulle, sembrano gli Appennini, e la strada è decisamente poco frequentata. All’inizio seguiamo il corso di un fiumiciattolo di colore azzurro-verde meraviglioso, poi la strada sale ancora e troviamo dei mucchietti di neve ai lati (poca per fortuna). Ogni tanto passiamo per un micro-paesino, 4 case in croce, e mi domando come facciano a vivere in un posto così isolato. Passiamo anche un paio di paesi più grossi e possiamo osservare anche se rapidamente come vive la gente da queste parti. In uno di questi paesini una coppia di poliziotti fermi a lato strada ci fa segno di accostare: noi non stavamo certo correndo e quindi siamo tranquilli. Infatti non ci contestano nulla, ma ci fanno qualche domanda in uno scarsissimo inglese per sapere di dove siamo e dove stiamo andando. Alla nostra risposta “Kosovo” ci stringono la mano dicendo “respect!” e ci salutano tutti contenti. Bellissimo! Secondo noi erano solo curiosi di vedere la moto e questi due pazzi! :mrgreen:

Ad un certo punto ci fermiamo in vista del lago di Kukes (lago Fierza), la vista da quassù si estende a più di 180 gradi ed è splendida. Si comincia a scendere e la temperatura si alza, una volta in piano fa piuttosto caldo. A Kukes la nostra piccola stradina si unisce all’autostrada che va verso il Kosovo: peccato che l’ingresso in autostrada avvenga con un incrocio a raso e per di più in curva! Dobbiamo attraversare una corsia e immetterci sull’altra passando da un varco appositamente lasciato aperto nello spartitraffico!! ARGH! :o
Dopo poco dall'ingresso in autostrada e poco prima del confine, ci fermiamo a mangiare qualcosa in una specie di mini-autogrill che si affaccia sul lago con una bella vista. Non hanno del cibo cotto in realtà, ci accontentiamo di pranzare con crackers e merendame vario visto che sono le 14 e abbiamo fame. Mentre siamo seduti all'aperto a mangiare il barista esce e col cellulare scatta un paio di foto alla nostra moto, bellissimo!! :D

Ripartiamo e quasi subito arriviamo al confine: dal lato albanese ci fanno passare senza nemmeno fermarci, ed eccoci alla dogana del Kosovo. Questo paese non è ufficialmente riconosciuto da tutto il mondo, solo da una novantina di paesi, per gli altri fa ancora parte della Serbia. Sta di fatto che al confine le guardie hanno l'uniforme della Repubblica del Kosovo, e ti mettono un timbro sul passaporto che dice esattamente la stessa cosa. Riconosciuto o no, la situazione di fatto è questa. Prima di poter entrare Marco deve recarsi ad un apposito gabbiotto e pagare l'assicurazione per la moto (la nostra non copre questa zona) che costa 15 euro e vale 2 settimane, il minimo possibile. Mentre lo aspetto faccio due chiacchiere con i doganieri: prima una ragazza giovane mi chiede di dove siamo, poi un tipo un po' più anziano mi domanda come mai stiamo andando in Kosovo e che città vogliamo visitare. Saputo che lui è di una di queste città, gli chiedo dei consigli per cenare, ma mi suggerisce un posto fuori dal centro dove dubito andremo mai. Comunque lo ringrazio, sono tutti molto gentili e curiosi verso dei turisti che vengono a visitare il loro paese, cosa abbastanza insolita.

(CONTINUA)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 12/05/2012, 19:22

Un po' di foto della mattinata motociclistica:
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 12/05/2012, 19:33

(CONTINUA)

E si riparte, in un nuovo paese! Le strade qui sono messe decisamente meglio che in Albania, sia per il retaggio della Yugoslavia sia per gli interventi Nato. L'autostrada sembra nuova nuova e per un pezzetto corre tra due "muri" di terra, penso che la stiano ancora finendo di sistemare. Il paesaggio kosovaro è molto verde e luminoso, e la situazione economica a prima vista sembra perfino migliore che in Albania.

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Nel giro di pochi km usciamo dall'autostrada e puntiamo al centro di Prizren, che da quello che ho letto dev'essere la città più carina del paese. Siamo fortunati e troviamo un piccolo parcheggio a pagamento (1 euro l'ora, in Kosovo si usa l'euro) e custodito, praticamente di fronte al "ponte di pietra", punto centrale da cui partire per la visita. Fa abbastanza caldo per cui lasciamo le giacche nel baule e iniziamo il nostro giretto proprio dal ponte, del 1400 ma restaurato. Il centro storico si stende davanti a noi dall'altro lato del fiume con la moschea in primo piano, e in alto sulla collina si vede la fortezza: effettivamente il colpo d'occhio è buono.

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Ma se si guarda con un po' di attenzione si notano le case in costruzione, le chiese mezze sventrate, insomma i segni del fatto che qualcosa non va ancora. Eppure la gente vive la sua vita con normalità, passeggiando, bevendo qualcosa seduti fuori da un bar... e Prizren si sta attrezzando per un minimo di turismo se vediamo perfino una carrozzella coi cavalli per far fare un giretto ai turisti! :lol:
Subito di là del ponte c'è una piazzetta pedonale con fontana, e in un angolino c'è una statua dedicata ad un combattente dell'UCK (esercito di liberazione kosovaro). Qui troviamo perfino 3 italiani che scattano foto: non so se fossero puri turisti o se avessero a che fare con il contingente italiano di stanza non lontano da qui, comunque non siamo i soli con le macchinette al collo! La piazzetta è carina, con edifici bassi evidentemente restaurati e che ospitano negozietti.

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Dalle nostre poche ricerche pre-viaggio sappiamo che qui a Prizren c'e' una delle 4 chiese che fanno parte del sito Unesco "monumenti medievali del Kosovo". Andiamo quindi a colpo sicuro verso la chiesa che si vede a pochi passi dalla piazza: non si può fotografare nemmeno da fuori in quanto presidiata da militari (questa foto l'ho fatta di nascosto).

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Entriamo nel recinto e parliamo con la poliziotta nel gabbiotto: per farci aprire la chiesa dobbiamo chiedere al prete, lei ci accompagna alla canonica dietro la chiesa e suona il campanello ma non risponde nessuno, per cui ci chiede di ripassare più tardi. Torniamo alla piazza e andiamo a visitare la moschea: molto bella!

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Poi facciamo una passeggiatina lungo il fiume e infine torniamo alla chiesa: stavolta il prete c'è e ci apre, spiegandoci che è la chiesa di San Giorgio ed è stata interamente ricostruita dopo la distruzione dei primi anni 2000. Infatti anche se da fuori lo stile sembra antico dentro è completamente nuova e moderna. Noi ringraziamo e usciamo perplessi: probabilmente non è questa la chiesa nella lista Unesco! :lol: Poco prima avevo trovato per strada un depliant turistico di Prizren che segnalava l'ufficio info turistiche sulla cartina (che la Lonely Planet non ha per questa città) e quindi ci andiamo, anche questo è vicino alla piazza. La gentile addetta ci fa vedere sulla cartina qual è la chiesa in questione e poi ci raccomanda di salire alla fortezza: noi pensavamo di andarci in moto ma ci spiega che non si può, l'unico accesso è una stradina a piedi, ma è breve, solo 15 minuti! A vederla da sotto non si direbbe, noi comunque ci incamminiamo: effettivamente la strada è breve ma è ripidissima!! Arriviamo su un po' stanchini (ehm.. IO arrivo stanchina :oops: ), la fortezza in sè non è nulla di che ma il panorama merita!

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Nel salire si passa accanto ad una chiesa semi-distrutta, San Salvatore, che dall'alto si nota bene ed è completamente senza il tetto: anche questa è stata bruciata durante la guerra. In questa zona vivevano sia albanesi (musulmani) che serbi (ortodossi) ma i serbi sono stati cacciati e le chiese bruciate. In altre zone della ex-Yugoslavia sono stati i serbi a massacrare i musulmani, ma qui è successo l'opposto. Questa parte d'Europa è sempre stata molto complessa come mescolanza di popolazioni, ma possibile che non si riesca a convivere in pace uno accanto all'altro? :(

Torniamo giù e andiamo a vedere la chiesa della Vergine, quella della lista Unesco: si trova dall'altro lato del fiume rispetto alla moschea, vicino alla Torre dell'Orologio musulmana. Peccato che anche questa chiesa nonostante la protezione Unesco dentro sia stata rovinata: ora è chiusa, accerchiata dal filo spinato come protezione, e non vediamo nessun poliziotto nel gabbiotto lì di fronte a cui poter chiedere se si può entrare. Che tristezza... Nel tornare alla moto passiamo anche vicino alla Torre dell'Orologio ma non si riesce ad arrivarci sotto, è circondata di case, e non vedo nessun orologio. Boh.

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Sono quasi le 18 ed è ora di andare: risaliamo in moto e ripartiamo, ma appena giriamo l'angolo ci accorgiamo di un bell'edificio ottomano con molte cupole: erano i bagni turchi che avevamo completamente ignorato! Peccato non averli visitati!! Ma ormai eravamo tutti bardati da moto e chissà anche se erano aperti... Vabbè.

Ora si punta verso nord, andremo a dormire a Peja (Peje in albanese e Peć in serbo). Lungo la strada ammiriamo ancora un po' il bel paesaggio kosovaro con la luce calante del sole,

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e poco prima di arrivare in città notiamo sia la deviazione per il monastero di Dečani che vogliamo visitare domani, sia quella per il Villaggio Italia, sede del contingente militare italiano. La tipa dell'ufficio turistico di Prizren ci ha detto che una volta lei ci è andata a prendersi un caffè, ma sarà mica possibile presentarsi là così all'improvviso e chiedere un caffè no? O gestiscono anche un bar-ristorante? Bohhh... :?:

Verso le 19:30 siamo a Peja e iniziamo le ricerche del centro e di un albergo. Nemmeno di questa città la LP ha una cartina e segnala solo 2 hotel. Uno dei due lo vediamo passandoci davanti e lo teniamo presente. Giriamo ancora un po' ma finiamo in mezzo a vicoli e strade residenziali che non assomigliano affatto al centro città. In teoria dovrebbe esserci una zona tipo bazar turco ma non la vediamo, o forse i vicoli che attraversiamo sono proprio il bazar turco che la sera non si nota. Alla fine ormai si sta facendo buio, torniamo all'hotel visto in precedenza (Hotel Gold) e chiediamo. Sono 50 euro la doppia con bagno e colazione, non hanno parcheggio ma la moto può stare sul marciapiede davanti all'ingresso, rimarrà sempre qualcuno in reception, è al sicuro. Sarà... non abbiamo molta scelta e la prendiamo. La camera è enorme, fin troppo per noi, e l'albergo è vuoto, ma quando chiediamo una stanza più piccola ci dicono che anche quelle costano uguale, tanto vale che ci teniamo quella grande. Boh... Comunque la LP riporta come prezzo esattamente 50 euro per la doppia per cui non penso ci stiano fregando. Prendiamo possesso della camera, ci mettiamo in abiti "civili" e scendiamo per andare a cena. Il tipo alla reception ci dice di andare in una certa direzione che ci sono vari locali. Noi ci fermiamo 100 metri dopo l'albergo, appena avvistiamo un ristorante: siamo stanchi e affamati! Il "Cocktail restaurant" (insegna: un gallo con la coda lunga, cock-tail ARGH) è un posto intimo, semibuio, con già altri tavoli occupati, e il cameriere che parla inglese. Io mi mangio una bella insalatona, dopo soli 2 giorni di carne e basta sento il bisogno di qualcosa di fresco! Marco invece rischia con una pizza, che non è poi così terribile. In tutto incluse birra e acqua paghiamo 8 euro!! Dopo cena si è fatto freddo e torniamo di corsa in albergo anche se è prestino. Vorremmo navigare un po' ma nella zona wi-fi non riusciamo a usare la rete dell'hotel. Niente, stasera si va a letto presto.
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda heartpacker » 13/05/2012, 12:17

Bel diario,ancora una volta! ah i balcani... :)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda geom.Calboni » 15/05/2012, 15:57

In un paio di foto dell' Albania si vedono costruzioni che non c'erano...


Leia74 ha scritto:Mi dispiace solo non aver esplorato un po’ le città da cui siamo passati, Durazzo, Tirana e anche Scutari: sarebbe servito un giorno o due in più. Devo ammettere che avevo anche un po’ di timore per la sicurezza, ma la passeggiata serale in centro a Scutari in cerca di un posto per cenare ci ha tranquillizzato ampiamente, era pieno di gente in giro che si beveva una birra con gli amici. Peccato non aver scattato un paio di foto, mi sentivo a disagio all’idea (forse perchè era un posto completamente non turistico e mi sembrava di poter attirare l’attenzione? Boh, ci devo riflettere perchè vorrei liberarmi di alcune paranoie che mi sono venute ultimamente...)

Personalmente mi sarei fermato a visitarle. Ed infatti, a parte Durazzo passati per la periferia, l'abbiamo fatto... :)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 15/05/2012, 17:07

geom.Calboni ha scritto:Personalmente mi sarei fermato a visitarle. Ed infatti, a parte Durazzo passati per la periferia, l'abbiamo fatto... :)


Invece noi abbiamo preferito posti magari piu' piccoli e un po' piu' interessanti da visitare (intendo che non siano semplicemente citta' con la loro "volgarita'") :-)
Non dubito che Tirana qualcosa da vedere ce l'abbia sicuramente, ma ad esempio a Scutari non c'era nulla che mi attirasse a parte la fortezza che abbiamo visto. Dovendo scegliere tra vedere le cose piu' importanti dei 3 paesi o farne due un po' piu' approfonditamente, abbiamo scelto la prima. E Durazzo e Tirana tra tutti i posti sono quelli dove piu' facilmente potremmo tornare (anche se dubito che torneremo a breve in Albania...)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 18/05/2012, 9:51

Martedí 24 aprile, Peja - Dečani - Peja - Pristina - Gračanica - confine Kosovo-Macedonia - Skopje (225 km, 5:00 h di moto)

Anche stamattina sveglia presto e alle 8 in punto siamo nella sala della colazione, peccato che sia deserta e non ci sia né cibo né da bere in vista. Andiamo a chiamare qualcuno alla reception e il tipo viene con noi al “bar”, ci prepara il caffè e ci scalda un mega-croissant a testa: questa è tutta la colazione. Il croissant ha dentro una micro-quantità di cioccolata e appena si raffredda un po' diventa gommoso e praticamente immangiabile. Solo una volta tornati in camera, rileggendo la Lonely Planet nel capitolo Kosovo ci accorgiamo che dice "a parte rare eccezioni, le colazioni incluse nel prezzo degli alberghi è meglio evitarle". Non possiamo che confermare!! Vabbè qualcosa abbiamo mangiato... e si riparte!

Le prime due mete della giornata sono due monasteri ortodossi, uno qui a Peja e un altro a 15 km a sud, a Dečani. La LP ci dà degli orari di apertura assurdi, Dečani dice che apre alle 11. Decidiamo quindi di andare prima al monastero qui a Peja, il Patriarcato di Peć. Ovviamente non abbiamo cartine né il posto è segnalato dal GPS, per cui andiamo un po' a naso, visto che anche le indicazioni in albanese stretto della signora alla reception sono quanto meno vaghe (poco comprensibili diciamo... :lol: ). Ad un certo punto, ormai quasi fuori dalla città, chiediamo ad un signore per strada: gentilissimo ci indica un po’ a gesti un po’ in tedesco (!!), eravamo praticamente arrivati!! Ci avviciniamo e ci fermiamo al cancello dove c'è la garitta coi soldati di guardia: chiediamo se si può visitare ma loro dicono che bisogna aspettare le 10:30. Meno male che la LP diceva che apre alle 9! Manca ancora un'ora, decidiamo di andare intanto verso Dečani. Lungo la strada facciamo una piccola deviazione verso il Villaggio Italia ma a metà strada penso che forse non è una grande idea presentarsi inaspettati in una zona militare e torniamo indietro.

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Grazie a dei cartelli stradali abbastanza chiari, arriviamo a Dečani senza problemi poco dopo le 10. Qui i soldati di guardia sono italiani, e ci dicono che il monastero è aperto, visitabile e anche fotografabile dall'esterno. Ok, la LP ha cannato anche questo orario, stavolta a nostro vantaggio. Per entrare come già sapevamo dobbiamo consegnare i passaporti e ci danno un pass che restituiremo all'uscita. Entriamo nel muro di cinta e in mezzo al giardino ci appare la chiesa, che da fuori sembra una chiesa cattolica e non ha nulla di ortodosso all'apparenza, perfino i portali hanno sculture in stile romanico.

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Entriamo e dentro invece ecco tutti gli affreschi tipici delle chiese ortodosse! Questi sono originali del 1300 (infatti questo monastero assieme a quello di Peć e quello di Gračanica che vedremo nel pomeriggio, fanno parte della lista Unesco) e sono molto ben conservati. Davvero stupendi! Mentre li ammiro a naso in su, ancora nell'atrio della chiesa, vedo un prete con la lunga barba tipica degli ortodossi e gli chiedo (non si sa mai) se si possono fare foto. La risposta è no ma poi mi domanda di dove siamo e al mio "Italia" mi risponde in italiano "vabbè dai, allora qualche foto sì". Evvai!! Si vede che qui gli italiani ce li hanno in simpatia. :-)

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Il prete si chiama Padre Peter o Pietro, come preferiamo, e parla abbastanza bene la nostra lingua. E' estremamente gentile e ci racconta un po' tutta la storia della chiesa, ci parla degli affreschi e delle altre decorazioni, della pietra usata per la costruzione, dei restauri finanziati anche dal nostro paese... Quando usciamo dalla chiesa poi ci invita a prendere un caffè nei locali "privati" del monastero e noi ovviamente accettiamo! Ci porta su un terrazzo coperto e oltre al caffè (espresso italiano!) ci offre anche del favoloso succo di mela fatto da loro, puro succo, niente altro, BUONISSIMO. Vorrebbe offrirci anche della grappa sempre di produzione loro, ma rifiutiamo (anche perchè Marco deve guidare).

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(foto di Marco)

Ci racconta che sono in 25 a vivere qui, in questo luogo di pace che sembra lontano anni luce dal caos e dai problemi dell'esterno. Mentre ci godiamo il succo lui va a prenderci un cimelio del monastero: un vecchio libro degli ospiti con dediche e firme di soldati italiani passati di qui durante la seconda guerra mondiale e anche prima. Fa un certo effetto leggere le parole vergate a penna da tenenti, marescialli, soldati etc, con tanto di nome e città di provenienza, che ringraziavano il monastero per la splendida ospitalità e la bellezza dei luoghi. Poi ci racconta di un'associazione con sede a Roma, Amici di Dečani, insomma sembra proprio che ci sia un legame speciale tra questo luogo e il nostro paese che va ben al di là del presente con i soldati di guardia. In questo momento mi sento partecipe della storia, e il luogo già di per sé memorabile mi entra ancora più nel cuore. Il gentilissimo padre Pietro è uno dei ricordi più belli del viaggio.

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(foto di Marco)

Dopo un po' purtroppo dobbiamo lasciarlo alle sue faccende e torniamo alla moto: i soldati di guardia la stanno ammirando, così ne approfittiamo per scambiare due parole anche con loro e Marco ci si fa una foto assieme. In quel mentre passano tre ragazzi locali sui 15-16 anni e come al solito i loro sguardi sono tutti per noi vestiti da "alieni" e per la Stelvio. Marco allora gli propone a gesti di provare a salirci, e così uno alla volta si siedono sulla moto e si fanno fotografare col cellulare dai loro amici. Quando ce ne andiamo dopo una decina di minuti i tre sono tutti felici e sorridenti e a noi l'episodio lascia una bella sensazione.

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Torniamo verso Peja lungo la stessa strada dell'andata, notando vari cimiteri a bordo strada e uno strano monumento all'ingresso della città, con le bandiere del Kosovo e della Turchia (che credo sia uno stato amico).

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Arriviamo di nuovo al Patriarcato e stavolta è aperto, lasciamo i passaporti ai soldati (questi sono sloveni) e entriamo in moto per una stradina che porta all'ingresso del monastero vero e proprio. Le monache qui si sono scelte proprio una bella posizione, in riva a un piccolo fiume verdeggiante e in mezzo alle montagne.

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Però dei cartelli ci avvisano che all'interno delle mura è vietato fare foto, anche nel giardino, per cui scatto qualche immagine senza guardare, tenendo la macchina appesa al collo. Questa chiesa è diversa dalla precedente, intonacata di rosso suppongo recentemente. Dentro però è altrettanto bella e piena di affreschi, e visto che non c'e' nessuno riusciamo a scattare varie foto prima che entri una monaca che si mette a pattugliare la chiesa in stile nazista, impedendoci di fatto di continuare.

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(CONTINUA)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 18/05/2012, 9:57

(CONTINUA 24 aprile)

E' ora di riprendere il viaggio, lasciamo la zona di Peja / Peć e in un'ottantina di km arriviamo a Pristina, la capitale del Kosovo. Il traffico in città è pazzesco, quasi peggio che a Roma, e la puzza di gas di scarico onnipresente in questo paese (il parco auto non è dei più recenti...) ci assale ancora più del solito. Se mi chiedono qual è l'odore tipico del Kosovo rispondo senza alcun dubbio "gas di scarico Euro zero!!!" Inoltre fa parecchio caldo, cosa che non aiuta se si va solo a 20 km/h causa ingorghi e si è vestiti da inverno. Vorremmo fermarci a mangiare qualcosa visto che è ora di pranzo ma non sappiamo dove. Senza quasi rendercene conto, dopo essere passati per il caotico vialone intitolato a Bill Clinton,

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ci ritroviamo nel centro della città e poi nella zona ottomana. Passando abbiamo notato nell'ordine: una riproduzione della Statua della Libertà in cima a un hotel (chiamato Victory), un edificio ultra-moderno che ospita la Biblioteca Nazionale progettato da un architetto famoso (personalmente lo trovo orrendo!), una mega-chiesa ortodossa di mattoni che non si capisce se sia in costruzione o semi-distrutta, una moschea (Carshi Mosque) di epoca ottomana, e il Museo del Kosovo ospitato in un edificio in stile ottocentesco. Senza volerlo abbiamo sfiorato quasi tutti i punti d'interesse "turistico" segnalati dalla guida! Non che Pristina offra molto da questo punto di vista...

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Riusciamo a parcheggiare su un marciapiede, e anche se non ci sentiamo sicurissimi a lasciare la moto così (mettiamo sempre i blocca-dischi ma possono non bastare) facciamo due passi almeno per vedere da fuori un'altra moschea e la torre dell'orologio nella zona del "bazar".

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Dopo poco nel tornare alla moto passiamo davanti ad un fast-food locale, e decidiamo di entrare e sederci a mangiare un kebab (che io sognavo da giorni!). Ottimo devo dire, specie condito con lo yogurt che ci portano assieme ai piatti di carne e verdura e al pane arabo. In tutto incluse le bibite spendiamo meno di 5 euro in due, mi sembra ancora pazzesco, probabilmente perché non sono abituata a vedere prezzi così bassi espressi in euro. Soddisfatto lo stomaco decidiamo di andarcene da Pristina: in altre circostanze, anche se non è una classica città "da visitare", sarei stata contenta di fermarmici un po' di più della scarsa oretta che le abbiamo dedicato... ma il caos, il caldo e l'essere "di passaggio" senza un appoggio in città non hanno aiutato a godersi il posto.

Riprendiamo la moto e ci dirigiamo verso sud: la prossima tappa è un paesino appena fuori Pristina di nome Gračanica, dove c'è il terzo ed ultimo monastero ortodosso medievale che vogliamo visitare oggi. Questo a differenza degli altri si trova in centro al paese e non ci sono controlli militari per entrare. Anche qui come al Patriarcato di Peć è vietato fare foto anche in giardino (ne scatto giusto una tutta storta per ricordo),

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e stavolta non ci riesce di farne nemmeno all'interno: l'ambiente è piccolo e dentro c'è già un gruppo di una decina di turisti tedeschi con una giovane monaca che in inglese sta spiegando i vari affreschi. Devo dire che spiegava molto bene ed era molto interessante, per cui alla fine non aver scattato foto mi è dispiaciuto un po' meno. Avremmo voluto comprare un libriccino o almeno una cartolina per ricordarci in futuro com'era l'interno, ma il piccolo negozietto di souvenir era chiuso e dopo un po' d'attesa abbiamo lasciato stare e ce ne siamo andati.

Le visite di oggi sono terminate e ci rimettiamo in strada per l'ultima tappa della giornata: ci dirigiamo a sud verso il confine con la Macedonia e la vicina capitale Skopje dove vogliamo pernottare. Lungo la strada (tutta dritta, trafficata e puzzolente) vediamo ancora una volta i verdi paesaggi del Kosovo,

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che continuano altrettanto verdeggianti nella FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia, Repubblica Ex-Yugoslava di Macedonia), come è ufficialmente chiamato il terzo paese che tocchiamo in questo viaggio. La Grecia infatti contesta l'uso del semplice nome "Macedonia", che storicamente si riferisce a un'area molto più vasta dell'attuale paese e include un bel pezzo di Grecia. Al di là delle rivalità tra vicini che non sto qui a spiegare, non sapremo mai com'è fatto il timbro della FYROM visto che alla dogana i nostri passaporti vengono solo guardati e non timbrati, uffa! :P

Arrivati a Skopje scopriamo che l'ufficio turistico (a cui volevamo chiedere di trovarci da dormire) chiude alle 16:30, e sono le 18. Per fortuna il GPS segnala alcuni hotel in centro, proviamo a seguire le sue indicazioni per cercarne un paio. Peccato che siano tutti in zona pedonale! L'unico raggiungibile in moto è l'Holiday Inn che però è pieno. Per evitare mille giri a vuoto decidiamo di telefonare a uno di quelli segnalati sia dal GPS che dalla guida, l'Hotel Square, che ci dà disponibilità di una stanza per due notti a 50 euro a notte. Anche loro sono su una strada pedonale ma in moto riusciamo a fare quei pochi metri “vietati” e parcheggiare sul marciapiede lo stretto necessario per portare su i bagagli. "Su", perché l'hotel è al sesto piano dell'edificio: meno male che fino al quinto c'è l'ascensore!! Poi usciamo di nuovo e andiamo in un parcheggio a pagamento che ci ha suggerito il ragazzo alla reception: è all'aperto ma è sempre custodito ed è a due passi dall'hotel. Piccolo dettaglio: costa abbastanza caro per gli standard locali, circa 0,75 euro l'ora. Ma l'alternativa, il parcheggio sotterraneo del centro commerciale, non accetta moto, abbiamo scoperto più tardi... e costava pure di più!

La cosa bella del nostro piccolo hotel è che si affaccia direttamente su Piazza Macedonia, il "cuore" della zona moderna della capitale. Una volta parcheggiata la moto e prelevato qualche soldo al bancomat (valuta locale: il denar) facciamo una breve passeggiata sulla piazza visto che è l'ora magica in cui la luce del tramonto lascia via via il posto al blu della sera. La piazza è molto grande, pedonale, con al centro una fontana monumentale con la statua di Alessandro Magno a cavallo in cima ad una colonna. In basso getti d'acqua di vario tipo si danno il cambio e assieme alle luci di vari colori che si alternano formano uno spettacolo suggestivo. Attorno alla piazza ci sono vari edifici moderni ma anche il ponte che unisce la zona moderna al quartiere tradizionale di Skopje. E' pieno di gente che passeggia, famiglie con bambini, vecchi seduti sulle panchine, gruppetti di amiche che tornano dallo shopping nel vicino centro commerciale... Questo posto mi piace!

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Siccome siamo un po' stanchi torniamo in hotel a riposarci, per poi uscire a cena. Non andiamo molto lontano, ci fermiamo subito in un ristorante-pub appena sotto l'hotel, all’angolo della nostra strada con la piazza, e mangiamo bene con 10 euro in due. Notiamo che hanno anche il menu colazione e decidiamo di venire qui domani mattina, visto che l'hotel non la serve. Prima di rientrare facciamo un'altra passeggiata per la piazza, e stavolta la danza di acqua e luci della fontana è anche accompagnata da musica tranquilla che esce dagli altoparlanti piazzati sui lampioni. L'effetto è molto bello, sono proprio contenta che abbiamo preso un hotel qui accanto! E finalmente si va a dormire.
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda radaulpa » 18/05/2012, 13:24

complimenti per il viaggio!
e anche per il resoconto (i miei restano sempre a 1/2 :oops: )
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 18/05/2012, 13:40

radaulpa ha scritto:e anche per il resoconto (i miei restano sempre a 1/2 :oops: )


Grazie ma aspetta a vedere quando riusciro' a finire questo... mi sa che mi ci vorranno almeno un paio di mesi (per soli 9 giorni di viaggio da raccontare)!! :lol:
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda cesk » 19/05/2012, 20:21

Rivedere le foto di piazza Macedonia dopo due settimane dal mio ritorno a casa è davvero bello. L'atmosfera della piazza di Skopje respirata in un sabato pomeriggio di sole mi resterà dentro ancora a lungo... almeno fino alla mia prossima visita in città. Skopje merita d'esser vissuta più che visitata, per questo mi è entrata dentro in poche ore.

P.s
La pubblicità della mitica Skopsko in sottofondo è decisamente il top... :lol:
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda geom.Calboni » 20/05/2012, 16:20

Dopo 3 volte a Skopje vedo solo ora in foto la statua di Alessandro Magno...bella forse ma...era preferibile la piazza senza e soprattutto senza quegli obbrobri che stanno costruendo (o hanno già terminato) sull'altra sponda del fiume (tra l'altro finanziati dalla vergognosa ambasciata americana che occupa l'intera collina sulla città e visibile dalla piazza).
L'hotel Square dove avete dormito è aperto da un paio di anni, cercavamo una stanza e provammo a fare l'affare ma poi non se ne fece niente 8-)
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda cametauval » 20/05/2012, 16:39

ragazzi siete bravissimi, veramente!!!!
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Maxdivi » 21/05/2012, 16:34

geom.Calboni ha scritto:Dopo 3 volte a Skopje vedo solo ora in foto la statua di Alessandro Magno...bella forse ma...era preferibile la piazza senza e soprattutto senza quegli obbrobri che stanno costruendo (o hanno già terminato) sull'altra sponda del fiume (tra l'altro finanziati dalla vergognosa ambasciata americana che occupa l'intera collina sulla città e visibile dalla piazza).
L'hotel Square dove avete dormito è aperto da un paio di anni, cercavamo una stanza e provammo a fare l'affare ma poi non se ne fece niente 8-)

Anche a Sarajevo gli americani si son costruti il loro fortino dorato...non so se ci fosse gia' ai tempi della tua visita o c'era ancora la vecchia..
La satua di Alessandro non ha senso alcuno se associata alla storia slava...in questo caso sarebbe stata piu' consona una statua a Cirillo e Metodio...o a Clemente...non potendo piazzare qualche zar bulgaro....
Ma la statua puo' avere un senso...se associata ai principi ellenistici di fusione dei popoli di Alessandro...in questo caso ben si adatta alla macedonia, ancora oggi una delle piu' eterogenee regioni europee per composizione etnica...ispirando un futuro pacifico per tutte le componenti...non vista come simbolo degli uni...e priva di significato per gli altri..
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda cesk » 23/05/2012, 12:12

Articolo tratto dal quotidiano veronese l'Arena sui nuovi monumenti di Skopje...

http://www.larena.it/stories/Provincia/364312_questo_guerriero__made_in_veneto/
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Re: Albania, Kosovo e Macedonia in moto (diario)

Messaggioda Leia74 » 11/06/2012, 20:57

Merc. 25 aprile, Skopje - Gorno Nerezi - Tetovo - Skopje (117 km, 2:40 h di moto)

Oggi facciamo colazione al bar sotto l'hotel: hanno vari menù-colazione e ne scegliamo uno con tanta frutta, ottimo. Stamattina vogliamo esplorare Skopje per poi riprendere la moto e fare un giro nei dintorni. Torniamo quindi su piazza Macedonia per qualche foto con la luce del giorno, alla statua di Alessandro, alla fortezza che si vede da sotto e agli edifici moderni tutt'attorno. Ci affacciamo sul fiume Vardar dove ci sono lavori in corso e varie statue in bronzo un po' assurde (anche sulla piazza a dire il vero). Con stupore notiamo un gruppo di turisti orientali con la classica guida con l'ombrello e tutti col cappellino e la macchinetta fotografica d'ordinanza. Giapponesi? No, sono coreani! Mi sembra quanto meno improbabile che dalla Corea (ma anche fosse Giappone sarebbe uguale) siano venuti apposta in Europa per visitare Skopje, chissà all'interno di quale itinerario è stata inserita la capitale macedone. Boh. :?:

Attraversiamo il famoso Ponte di Pietra risalente al 1469

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e ci inoltriamo nella zona nord della città, dove si trovano il quartiere ottomano e la fortezza. La prima cosa che vediamo sono gli ex-bagni turchi Daud Pasha, oggi sede di una galleria d'arte: sono ancora chiusi. Proseguiamo e ci ritroviamo nella parte più caratteristica, con le viuzze fiancheggiate da negozi e barettini davanti ai quali anziani signori bevono il tè.

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Ci perdiamo un po' tra le stradine e dopo poco ci accorgiamo di essere finiti vicino ad una bella moschea: entriamo nel bel giardino con fontana centrale, dove ci sono un paio di signori seduti sulle panchine a chiacchierare. Giriamo tutto attorno alla costruzione, ammirandola bene, ma la porta d'ingresso è chiusa.

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Prima di andarcene mi avvicino a uno dei signori per chiedere conferma che quella sia la moschea di Mustafa Pasha (segnata sulla mappa) e quello non solo dice di sì ma si alza con un sorriso, ci apre le porte senza che l'avessimo chiesto e ci dà anche il permesso di fare foto. L'interno è molto rilassante, quasi tutto bianco con belle decorazioni blu: siamo molto contenti di questo gesto spontaneo e alla fine scambiamo anche due parole col signore anche se lui non parla inglese, ma tanto la domanda che ci fanno tutti per prima cosa è "di dove siete" e quando diciamo Italia sono tutti contenti. :D

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Dalla moschea scendiamo verso la chiesa di Sveti Spas, dove vorremmo vedere una bella iconostasi di legno intagliato: nel cortile della chiesa però c'è anche la tomba di Goce Delcev, eroe del movimento di liberazione della Macedonia dagli ottomani a fine Ottocento, e una sala adibita a museo su di lui. Visitiamo rapidamente questo piccolo museo, dove più che i documenti relativi alla vita di Delcev ci attira molto una cartina con riportati i confini della Macedonia "storica", che comprende buona parte del nord della Grecia e un pezzettino di Bulgaria. Poi entriamo nella chiesa, dove non si potrebbero fare foto ma ci riusciamo ugualmente. L'iconostasi del 19esimo secolo è uno spettacolo favoloso, tutta intagliata e decorata, così come il pulpito e il leggio. Anche qui dentro troviamo un gruppo di turisti con guida, e sono perfino italiani! Strano! Dalla chiesa si entra poi nelle sale del piccolo ma interessante museo delle icone, molto belle. Anche questa visita mi è piaciuta un sacco!

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Usciti dalla chiesa siamo molto vicino alle mura della fortezza e decidiamo di andare a visitarla: l'ingresso è in cima alla collina e quindi camminiamo un po' nel verde fino ad arrivare al cancello, peccato che sia chiusa per lavori! Uffa...

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Vabbè riscendiamo verso la zona turca e camminando ancora per le stradine strette arriviamo al Kursumli An, un ex-caravanserraglio dove stanno allestendo una mostra di fotografie. E' un po' surreale visitarlo mentre ci sono operai e maestranze che appendono foto in giro e siamo gli unici turisti, tanto che mi chiedo se per caso non fosse chiuso al pubblico, ma nessuno ci dice niente quindi saliamo anche al primo piano e visitiamo le stanze dove i mercanti dormivano (al piano terra c'erano i magazzini per le merci invece). E' stato usato come hotel fino a fine Ottocento!

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Usciti da qui, subito sulla destra c'è l'ingresso del Museo della Macedonia, un edificio moderno che però noi non visitiamo. Continuiamo invece il giro nella città vecchia e andiamo al Cifte Amam, un (altro) ex-bagno turco che oggi è usato come galleria d'arte. Entriamo nella prima sala ma anche qui stanno allestendo una mostra e una tizia ci dice che non è aperto al pubblico, riusciamo solo a vedere qualcosa dall'ingresso.

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Chissà perché ci sono tutti questi lavori o preparativi, forse è previsto qualche evento a breve? Oppure siamo stati solo sfigati noi? La fortezza, il caravanserraglio (che comunque abbiamo visto), l'ex-bagno turco... Comunque ci rimane ancora il secondo "ex-bagno turco ora galleria d'arte" da vedere, il Daud Pasha che stamattina era chiuso. Arrivati davanti all'ingresso notiamo un gran via vai di gente vestita bene, come per una festa, compresi parecchi bambini. Facciamo per entrare ma un signore ci blocca dicendo che stasera c'è un concerto lì dentro, e ora ci sono le prove. Dice che possiamo tornare domani mattina... ma noi con uno sguardo supplichevole riusciamo a farci dare il permesso di entrare "solo 5 minuti" per dare un'occhiata. Evviva! In fondo a noi dei quadri post-moderni esposti non interessava nulla, volevamo solo vedere l'architettura interna di un bagno turco, e almeno qui ci riusciamo (tra l'altro senza pagare il biglietto). Nella sala più grande in effetti ci sono i preparativi del concerto e una bimba bravissima che suona al piano, ma il resto delle sale è vuoto. Comunque dopo pochi minuti ne usciamo come promesso, ringraziando tantissimo il gentile custode.

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A questo punto siamo tornati quasi alla piazza Macedonia, e abbiamo visto la maggior parte dei luoghi "turistici" della città vecchia. A dire il vero mi sarebbe piaciuto andare al mercato coperto per vedere un po' di vita quotidiana della gente, ma è un po' lontano e comunque abbiamo deciso di andare a prendere la moto se non altro per non pagare ancora quell'esoso parcheggio dove l'abbiamo lasciata. Dopo il giro in moto, speriamo di metterla in un posto meno caro per la seconda notte che passiamo qui a Skopje, e magari di girare ancora un po' la città o nel tardo pomeriggio o domani mattina. Per adesso quindi (è circa mezzogiorno) torniamo in hotel, ci cambiamo con i vestiti da moto e andiamo al parcheggio a riprenderla. Se lo pensiamo in euro il prezzo del parcheggio non è esagerato: per 18 ore paghiamo circa 13,5 euro. Il fatto è che con quella cifra ci si cena in due e avanzano pure soldi, per cui sembra un po' altina rispetto allo standard locale.

La prima meta che vogliamo raggiungere è il monastero di San Pantalejmon a Gorno Nerezi, un paesino appena fuori Skopje. Ma il GPS non sa dove sia questo paesino, e sulla cartina non c'è, per cui andiamo a naso più o meno nella direzione che sappiamo essere giusta e speriamo che ci siano cartelli. Nonostante ad ogni rotonda ed incrocio sia pieno di indicazioni turistiche per chiese, edifici, musei e altre attrazioni varie, non vediamo nulla per questo monastero. Dopo un po' ci viene il dubbio di essere usciti un po' troppo fuori città, ci fermiamo e chiediamo ad un signore, il quale conferma che dobbiamo tornare indietro e prendere una stradina che sale su per un monte. Seguiamo le indicazioni per un po' ma poi non capiamo dove andare e fermiamo un'altra persona, una ragazza che per fortuna parla un ottimo inglese. Anche lei ci indica di salire su per il monte ma nella direzione opposta! Argh. Tra l'altro ci fa notare che il tempo sta peggiorando, ci sono nuvoloni nerissimi lassù, e la stradina per il monastero è in condizioni tremende, secondo lei sarebbe meglio che rinunciassimo. Tsè, non sa con chi ha a che fare! :mrgreen: Seguiamo le sue indicazioni e saliamo un pochino ma dopo un po' non sappiamo di nuovo più in che direzione andare. Dietro mia insistenza torniamo allo stradone di fondovalle che usciva da Skopje e riproviamo ad andare verso fuori, in fondo il primo tizio ci aveva detto che i cartelli per il monastero ci sono, se non li abbiamo visti prima significa semplicemente che non ci eravamo ancora arrivati! Marco mi asseconda (sant'uomo! :oops: ) ma dopo un po' ancora nessun cartello. Ci fermiamo a lato strada e guardiamo bene la cartina del GPS: c'è una stradina che sembra poterci portare lassù, l'abbiamo appena superata. Proviamo a prenderla e... miracolo, era quella giusta! (anche qui però all'inizio sbagliamo strada finendo praticamente nel giardino di una casa, ma un contadino gentile ci indica dove andare). Nel frattempo è tornato il sole, la ragazza di prima aveva torto! :lol: La stradina sale, sale, sale, in più ci sono dei lavori in corso che hanno levato lo strato superficiale di asfalto e la moto balla che è un piacere, ci sono camion che restringono la carreggiata e quasi non si passa, ma... alla fine ce l'abbiamo fatta e siamo lassù.

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Il monastero è affacciato su un bel panorama, e l'interno è stupendamente affrescato ma non si possono scattare foto. Il tizio della biglietteria all'ingresso sembra molto attento per cui non ci azzardiamo a usare le rumorose reflex ma Marco estrae di tasca la semi-compatta "d'emergenza" che non si fa sentire quando si scatta, e ruba qualche immagine mentre io intrattengo il bigliettaio comprandogli un libriccino del monastero. Dopo tutta la fatica fatta per arrivare qui vogliamo avere almeno qualche ricordo da portare a casa!

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All'esterno della chiesa incontriamo altri turisti che sono arrivati con 3 taxi, ma dalla direzione opposta. Chiediamo ai tassisti se la strada da cui sono saliti loro sia meglio di quella che abbiamo fatto noi, e ci dicono di sì. Perfetto, scendiamo da quell'altra parte! Scelta azzeccatissima, non solo l'asfalto è migliore e la strada più larga, ma anche i panorami da qui sono molto belli e ad un certo punto c'è addirittura un punto attrezzato con parcheggio e binocoli per osservare dall'alto la città di Skopje. Lo sfondo delle montagne innevate sul paesino col monastero e sulla capitale è davvero suggestivo.

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Da qui si vede bene anche il gigantesco crocifisso in cima al monte, risalente al 2002, che sembra essere il più grande al mondo con 66 metri di altezza.

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La strada poi si ricongiunge al punto dove eravamo arrivati con le indicazioni della ragazza, prima che io insistessi per tornare allo stradone... se avessimo continuato saremmo arrivati in cima prima e con meno problemi, ma ormai quello che è fatto è fatto :P

Ok, siamo di nuovo a valle sulla strada principale che esce da Skopje verso ovest. Che si fa? Intanto si mangia, sono le 14! Ci fermiamo a lato strada e compriamo del pane col sesamo da una piccola panetteria, lo mangiamo seduti fuori all'unico tavolino del locale. Pranzo decisamente scarso ma al momento non vediamo niente di meglio in giro. Intanto che mangiamo decidiamo la prossima tappa, le possibilità sono due: la città di Tetovo a mezz'ora di autostrada, oppure la zona del lago Matka dove ci sono delle belle chiese rupestri. Quest'ultima area però non si capisce bene come raggiungerla, e quindi optiamo per Tetovo ed eventualmente tenteremo Matka al ritorno.
L'autostrada si paga in ingresso e anche in uscita, e intanto che andiamo mi godo i bei panorami verdeggianti con villaggetti sulle colline, ciascuno con la sua moschea. Infatti la zona nord-ovest della Macedonia ha una forte componente albanese quindi musulmana.

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Entrati a Tetovo ci troviamo immersi nel traffico, la città in effetti ci ricorda più il disordine dell'Albania che la più tranquilla Macedonia. Per fortuna il GPS qui segnala i punti d'interesse, per cui ci facciamo portare dritti dritti alla Moschea Dipinta, principale motivo per visitare questa città. Parcheggiamo proprio davanti alla moschea (posto libero, che fortuna!) ed entriamo nel cortile assieme ad alcuni signori anziani. Un signore gentilissimo ci apre la moschea, ci regala dei depliant turistici, e ci accompagna dentro tutto sorridente.

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Già le mura esterne sono particolari per gli affreschi (da cui il nome dell'edificio) ma l'interno si rivela davvero spettacolare! La moschea è del 1400 ma gli affreschi sono del 1800, ricoprono le pareti e il soffitto con disegni coloratissimi e molto intricati. Rimaniamo a osservarli e fotografarli per parecchio tempo, siamo davvero estasiati. Poi il signore gentile, una volta usciti, ci fa salire attraverso una porticina esterna alla balconata dove stanno le donne, e da lassù la vista sul soffitto è ancora più bella. Intanto un po' di anziani hanno iniziato ad entrare in moschea e a me, da sopra, sembra quasi di essere testimone silenziosa della vita di tutti i giorni di queste persone che si recano a pregare. Mi sento privilegiata a poter vedere queste scene, i vecchietti che entrano e si siedono sui tappeti, chiacchierano tra loro, salutano vecchi amici...

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Decidiamo di uscire per non disturbare troppo e ringraziando di cuore il nostro gentile accompagnatore ammiriamo ancora un po' la moschea da fuori. Poco dopo, mentre risaliamo in moto, il richiamo del muezzin mi fa capire che la preghiera è iniziata e siamo stati davvero fortunati ad arrivare poco prima.

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Tetovo come città non ci sembra molto interessante ma prima di tornare indietro proviamo ad andare a vedere l'altro luogo segnalato dalla Lonely Planet, il Baba Arabati tekke. Un tekke è un monastero di una setta islamica mistica (un po' tipo i Dervisci), la setta Bektashi. Anche questo posto è segnato nel GPS e ci arriviamo in breve: è circondato da mura e all'interno nel vasto giardino ci sono vari edifici di legno e pietre.

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Qui però ci sentiamo subito un po' fuori posto, non vediamo quasi nessuno e non sappiamo se siamo i benvenuti o meno, per cui dopo poche foto ce ne torniamo alla moto e ripartiamo, non senza aver salutato dei simpatici vecchietti che giocavano a scacchi fuori dal bar vicino cui avevamo parcheggiato.

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Riprendiamo l'autostrada verso Skopje ma usciamo un po' prima sperando di vedere dei cartelli che indicano il lago Matka. Giriamo un po' a vuoto, ma senza troppa convinzione: cartelli non ne troviamo, sono già le 5 del pomeriggio e Marco ha anche un po' di mal di testa, torniamo a Skopje. Il lago Matka rimarrà tra le molte cose da vedere se mai faremo un altro viaggio da queste parti.
A Skopje l'intenzione di cercare un parcheggio diverso da quello di stamattina si scioglie come neve al sole, siamo stanchi, torniamo lì e ci rassegniamo a pagare altri 10 euro o più. Del resto di posti custoditi qui vicino non ce ne sono molti. Ci sarebbe tempo per fare qualche altro giretto in città, una passeggiatina nella zona moderna o lungo il fiume, ma per prima cosa rispondiamo ai nostri bisogni primari. UNO: non avendo pranzato molto abbiamo fame, ci fermiamo al bar sotto l'hotel e ci prendiamo due belle crepes con banana e Nutella, wow! DUE: verso le 18:30 saliamo in albergo per riposarci un pochino, visto che Marco non sta benissimo. L'idea era di uscire dopo un'oretta o due per la cena e un giretto, ma lui si addormenta come un sasso e a me non va di uscire da sola, tanto più che dopo la crepe non ho tantissima fame. Lo lascio dormire anche se un po' mi dispiace non fare nemmeno una passeggiatina rilassante... Vabbè, sfrutto il tempo per fare qualche lavaggio (ho sottovalutato il caldo e ho portato solo 2 magliette a mezza manica, le devo lavare!) e per navigare un po' su internet. Poi... buonanotte :-)

(Vista sulla fortezza dal nostro hotel)
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Le mie foto:
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