Giov. 26 aprile
Skopje – Staro Nagoričane – Kratovo – Lesnovo – Stobi (Gradsko)– Bitola
(328 km, 5 h di moto)Anche oggi facciamo colazione al bar sotto l’hotel, e mentre mangiamo prendiamo una decisione: con tutta la roba che vorremmo vedere oggi e nei prossimi giorni, rinunciamo a un secondo giro per
Skopje, che avremmo voluto fare stamattina. Quindi niente passeggiata per la zona moderna della città, niente chiesa ortodossa, niente mercato coperto, insomma se mai dovessimo tornare nella capitale macedone avremmo ancora qualcosa da vedere!
Carichiamo tutto sulla moto e ripartiamo, non senza aver imprecato un po’ contro il parcheggio custodito che ci voleva far pagare un’ora in più e oltretutto durante la notte si erano fatti fregare sotto il naso un adesivo “ 90° anniversario Guzzi” dal bauletto (sempre se non se l’erano fregato loro... era di quelli grossi quindi si poteva staccare facilmente senza romperlo) che nerviiiiiiiiiiiiiii!!!
Ci dirigiamo a nord-est di Skopje, verso la città di Kumanovo che però passiamo senza fermarci: siamo infatti diretti al paesino di
Staro Nagoričane dove ci dovrebbe essere una chiesa affrescata molto interessante, la chiesa di San Giorgio. I paesaggi sono come al solito molto belli e il paesino è davvero sperduto.
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Parcheggiato vicino alla chiesa, cerchiamo qualcuno che ce la apra. La Lonely dice di chiedere alla stazione di polizia che si trova proprio di fronte, ma lì troviamo solo una donna delle pulizie, che ci indica una casa un po’ più in là. Non capiamo bene quale casa, e solo dopo un paio di tentativi a vuoto arriviamo davanti a quella giusta. La vecchina che sta filando seduta nel cortile attorniata da galline e tacchini si alza e molto gentilmente fa per entrare in casa per andare a prendere la chiave e accompagnarci, ma per fortuna nostra e sua (poveraccia faceva davvero fatica a camminare), arriva un signore (il figlio?) decisamente più giovane e più in forma.
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Mentre ci porta fino alla chiesa il tipo cerca con tanta buona volontà di raccontarci qualcosa della storia dell’edificio, ma parla solo macedone. Noi gli facciamo presente più volte che non ci capiamo nulla ma lui imperterrito continua a parlare, e non ci resta che dire di sì sorridendo e fingendo di afferrare qualcosa. Anche questa chiesa come le altre già viste in questo viaggio è splendidamente affrescata e merita davvero la visita. (
http://en.wikipedia.org/wiki/Church_of_ ... Nagoricane )
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Mentre stiamo entrando arriva un altro tizio, più giovane (avrà circa la nostra età), che si mette a parlare col primo. Noi intanto chiediamo se si possono fare foto, e ci viene risposto che se gli diamo una mancia ce le fanno fare. Peccato che dopo 10 minuti passati a scattare, quando gli dò 30 denar (circa 0,5 euro, ma non ha senso fare paragoni perché lì costa tutto pochissimo) questi due inizino a fare storie, e chiedano 10 euro a testa! Ma sono matti! Gli facciamo notare che il giorno prima a San Pantelejmon con 4 euro ci abbiamo preso un libro pieno zeppo di foto! E comunque non abbiamo tutti quei soldi in denar (e nemmeno in euro, se si escludono i pezzi da 50). Loro protestano, dicono che abbiamo scattato tanto, e che qui non fanno pagare il biglietto come a San Pantelejmon, ma alla fine ce ne andiamo lasciando due banconote da 100 denar oltre ai 30 di prima (totale, 4 euro circa). Questo episodio ci lascia un po’ di amaro in bocca, sembrava proprio che volessero mungere per bene i turisti ricchi. Se proprio vogliono farsi pagare, mettessero un cartello con il prezzo fuori dalla chiesa...
Insomma quando ripartiamo da Staro Nagoričane siamo un po’ delusi dalle persone incontrate oggi, prima al parcheggio di Skopje e poi qui. Ma per fortuna il resto della giornata andrà molto meglio.
Riprendiamo la moto e andiamo verso la prossima tappa, il paese di
Kratovo. Da quello che abbiamo letto sembra essere un posto abbastanza carino, con una serie di torrenti che si intersecano e relativi ponti, nonché alcune torri medievali. Visto che è quasi ora di pranzo decidiamo di approfittarne per fare sosta per mangiare e con l’occasione visitarlo brevemente. Ci sarebbero anche alcune particolarità nei dintorni (ad esempio Kuklica detta “la valle delle bambole di pietra” con formazioni rocciose tipo i camini delle fate in Cappadocia) ma non c’è tempo di andarci. Del resto non possiamo vedere tutto, ci sarebbe stata anche Kriva Palanka più a est ma ovviamente non ci andiamo.
Mentre stiamo parcheggiando la moto e sistemando i caschi, si avvicina un signore uscito da un vicino negozio di artigianato locale e ci saluta in inglese dicendoci di stare tranquilli che la moto ce la guarda lui. Poi ci porge dei depliant turistici su Kratovo e insiste perché li prendiamo, dice che sono assolutamente gratis. Poi ci chiede di dove siamo e saputo che siamo italiani ci invita ad entrare nel suo negozio: ci fa vedere un attestato di Carlo Petrini e della Slow Food, riferito ad alcuni prodotti locali che vende. Sembra che abbia vari legami con l’Italia, ci nomina anche un’associazione archeologica di Roma di cui fa parte o con cui collabora (il suo inglese non è chiarissimo). Tra l'altro notiamo in seguito che il negozio è anche segnalato dalla Lonely Planet, si chiama Rock Art Centre.
Al contrario di quanto potessimo pensare, il tipo non insiste assolutamente perché compriamo nulla, anzi è estremamente gentile. Dopo un po’ lo salutiamo e andiamo in cerca di un posto dove mangiare. Soddisfatto lo stomaco in una specie di panetteria locale che vende anche pizzette e simil-panini, sotto un sole cocente e vestiti di tutto punto con anche le giacche invernali addosso (non sapevamo dove metterle) esploriamo un po’ il paesino, che effettivamente è carino anche se non eccezionale. Vediamo un paio di torri, alcuni ponti di cui uno che ci porta a fare una scarpinata in salita per le vie del paese, una chiesa dove però è vietato fare foto, e torniamo alla moto stanchi e accaldati pensando di ripartire nel giro di poco.
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Ma prima di andare via decidiamo di tornare al negozio per salutare il signore di prima, e comprargli qualcosa di piccolo per ringraziarlo della gentilezza. Lui però ci vuole assolutamente far vedere alcune cose del paese, e ci invita a seguirlo. Saliamo così tra le case mentre lui ci spiega le varie architetture, quella ortodossa, quella musulmana, quella ebraica, e poi ci mostra altre torri, fino a che arriviamo a casa sua!
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Ci fa dapprima entrare nella cantina, dove ci mostra vari cimeli e ci offre un bicchierino di grappa fatta in casa (buona!!).
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Poi ci fa salire al piano di sopra, ci mostra le stanze, tutte arredate in modo semplice e tradizionale, e ci spiega varie cose della vita del posto. Quando usciamo dalla casa ci porta alla chiesa che avevamo visto prima, ma stavolta abbiamo il suo permesso di scattare foto. Inoltre ci fa entrare nella casa del prete, che sta zappando l’orto, e ci fa vedere il battistero al suo interno nonché l’architettura tradizionale da vicino. Infine facciamo un lungo giro tra ponti e stradine per rientrare al suo negozio dopo circa un’ora di camminata. Dire che siamo stanchi e sudati è un eufemismo, le magliette sotto le giacche da moto sono letteralmente da strizzare! Però siamo anche molto contenti di questo incontro, questo signore gentilissimo ci ha completamente riconciliato con i macedoni e non finiamo più di ringraziarlo. Nel negozio ci presenta anche la moglie, la gatta Ana e il figlio. Ci offre delle castagne locali e poi capendo che abbiamo sete spedisce il figlio a comprare una bottiglia di acqua per noi! Ci chiede se siamo cattolici e poi ci regala un piccolo crocifisso a testa. Una persona squisita, entusiasta di far vedere il suo paese a delle persone venute da lontano e molto molto ospitale. Un altro dei bellissimi incontri fatti durante questo viaggio! Il piccolo souvenir che abbiamo comprato non ripaga minimamente il tempo e la gentilezza che ci ha dedicato.
Verso le 14 ripartiamo da Kratovo e andiamo a vedere l’ennesimo monastero del viaggio, quello di
Lesnovo. In teoria non è molto lontano, ma per arrivarci dobbiamo fare delle strette strade di campagna e passare per dei micro-paesini isolati, tanto che ci chiediamo se abbiamo sbagliato strada. Ma invece no, ecco il monastero nel mezzo del nulla.
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Qui per la prima e unica volta in questo viaggio devo indossare una gonna e non dei pantaloni, per fortuna all’ingresso ci sono dei teli con dei lacci da prendere in prestito e legare in vita a mo’ di gonna sopra ai pantaloni. In tutti i monasteri e anche nelle moschee mi sono invece coperta la testa usando lo scaldacollo da moto.
La chiesa del monastero è piccolina e dentro c’è un inserviente che sta pulendo. Chiediamo se si possono fare foto e stavolta ci viene detto di sì, che strano! Comunque stiamo iniziando ad averne visti abbastanza, di affreschi medievali, e cerchiamo solo le particolarità: in questo caso, un affresco che raffigura i segni zodiacali, una vera rarità in una chiesa cristiana!
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Dopo questa visita. oggi abbiamo in programma di fare parecchia strada semplicemente per goderci il paesaggio. Prima di partire Marco aveva previsto di arrivare a Strumica, nel sud-est del paese, per poi risalire fino a Negotino, perchè la strada dovrebbe essere panoramica e inoltre vicino a Strumica ci sono due bei monasteri. Ma già stamattina abbiamo deciso che per fare in tempo a vedere gli altri posti che ci interessano maggiormente nei prossimi giorni, oggi è meglio arrivare a Prilep o ancora meglio a Bitola, per cui tagliamo la parte più lontana e ci dirigiamo direttamente a Negotino. Monasteri ne abbiamo già visti a sufficienza e la strada per quanto possiamo vedere non è niente di eccezionale quanto a paesaggi.
Poco dopo Negotino e prima di Gradsko, lungo la statale, ci fermiamo a visitare l’area archeologica di
Stobi, città romana dove gli scavi sono ancora in corso. La guida riportava come orario di chiusura le 17 ma per fortuna chiudono alle 19 per cui abbiamo tutto il tempo di girarla per bene. Alcuni bei pavimenti a mosaico sono il punto forte del posto, ma anche il resto non è male.
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Riprendiamo la moto e ci dirigiamo verso ovest: passando vicino a Prilep dibattiamo un po’ se fermarci a visitare almeno il monastero di Treskavec, che dalle foto viste in rete sembrava meraviglioso non solo per gli affreschi ma anche come posizione in cima a un monte, soprattutto al tramonto. Però non abbiamo la minima idea di come arrivarci, non è segnato sul GPS e nemmeno sulla cartina, per cui potremmo ritrovarci a girare a vuoto per un’ora, mentre il sole sta tramontando. Mi sa che questa volta non abbiamo preparato il viaggio con la dovuta cura, di solito Marco si segna i punti GPS di tutti i luoghi da visitare... ma tanto poi se il navigatore non conosce le strade per arrivarci saremmo punto e a capo. A malincuore (più per il panorama che per il monastero in sè) decidiamo di lasciar stare, è quasi il tramonto e abbiamo ancora un po’ di strada da fare.
Arriviamo così a
Bitola e dobbiamo cercare da dormire. Quando siamo quasi in centro passiamo davanti a un albergone di una catena internazionale ma costa decisamente troppo anche se include il parcheggio, meglio cercare altro. La guida e il GPS riportano vari hotel ma non si riesce ad arrivarci, pare che siano tutti nella zona pedonale e ogni volta con la moto ci troviamo in qualche vicolo cieco. Giriamo un po' di strade della zona ottomana della città senza capire dove siamo, e proprio quando ci stiamo rassegnando a tornare all'albergone, per caso notiamo un'insegna di hotel: vado a chiedere e la doppia costa 30 euro anche se senza colazione. Va benone! C'è anche un piccolo cortile nascosto dove lasciare la moto. E dulcis in fundo si trova proprio a un passo dalla via pedonale centrale. Perfetto!!
Sistematici in camera usciamo per cenare: passeggiamo lungo la via pedonale dove c'è molta gente seduta ai tavolini dei vari pub e locali, e quasi verso la fine troviamo un ristorantino che ci ispira: si chiama Cous Cous (scritto in cirillico viene Kys Kys), è pieno di gente e molti sembrano macedoni. Ordiniamo un antipasto e un piatto principale a testa, ma gli antipasti da soli sarebbero sufficienti, specie quello "del pastore" di Marco, con vari tipi di formaggi in porzioni molto abbondanti! Soddisfatti della cena torniamo in albergo presto e alle 23 stiamo già dormendo.