GIORNO 10
http://www.youtube.com/watch?v=oJDPAmMVriIStanco, un po’ rincoglionito e assonnato, mi ritrovo a bordo strada insieme ad altri. In lontananza l’Azadi Tower, forse il monumento più famoso della città. Non ho voglia di sbattermi troppo a cercare un taxista e quando vedo arrivare il primo gli faccio subito il nome del mio hotel, l’Hafez.
Poco conosciuto, però in posizione conosciuta. Lui mi fa capire che non lo conosce, ma quando gli mostro la cartina mi dice sì e spara la cifra, che ora non ricordo, ma un po’ altina. Lo so, ma non mi va né di contrattare né di cercare altro dato che, non so perché, ma il pullman non è arrivato all’autostazione ma si è fermato prima, a 150 mt. Dovrei attraversare la strada, con i bagagli. Quindi accetto, anche se non parla inglese. Partiamo. Dopo un paio di minuti vedo che accellera e comincia a guidare forse troppo veloce. Fa una faccia un po' strana, probabilmente sta male. Non so, forse problemi intestinali (credo). Vorrei dirgli “guarda che si guidi così anche io finisco per avere i tuoi disturbi, vai piano!” Fortuna che sono solo le 7 e il traffico è scarso.
Sta di fatto che arrivati a una rotonda accosta, mi guarda e mi dice “exit!”. Io sulle prime non capisco. Poi lo vedo fermare un taxi, non abusivo. Confabula qualche secondo con il tassista, torna, tira fuori le mie valigie dall’auto e mi dice di scendere e cambiare taxi. Dà parte dei miei soldi all’altro tassista e così ripartiamo. Anche il nuovo guidatore non parla inglese e non sa dove sia l’albergo. Finiamo per girare 40 minuti ad minchiam, con lui che chiede ad alcune persone l’indirizzo sino a raggiungere l'albergo. All’arrivo, il nuovo tassista mi chiede dei soldi per il tempo perso; io provo a mandarlo affanculo (è colpa tua se non conosci gli indirizzi, perché mi hai preso?)) ma poi per togliermelo di torno gli rifilo un paio di banconote, totale 3 euro. Ho solo voglia di prendere possesso della camera.
Il giorno prima, l'albergo mi aveva confermato il check-in anticipato a costo zero. Il primo di Tehran mi aveva invece fatto pagare 2 notti, compresa quella dell’arrivo alle 6 del mattino.
Dopo un’oretta la camera è pronta. Entro, mi cambio e mi butto a letto per un meritato riposo.
Al risveglio, dopo quasi 4 ore, giro un po' per la camera sistemando le prime cose. Il bagno è quello di un pub scozzese, fa veramente pena. Però letto e camera non sono male. Per 22 euro, considerando i prezzi cittadini, ci può stare. In compenso alla reception c'è veramente personale cortese, meno al ristorante interno.
Docciato decido di uscire e andare a visitare il Golestan, il complesso dei palazzi reali di Tehran, poco distante dall'albergo.
Il programma giornaliero prevede quello, il bazaar e il Museo dei Gioielli.
All'arrivo al Golestan decido per la visita al Palazzo Principale, consultando la guida e i miei interessi (il Golestan è formato da una serie di palazzi, ognuno con un proprio biglietto di ingresso da acquistare alla reception centrale). Devo dire che mi è piaciuto, dà idea dello sfarzo dell'epoca e dell'importanza a livello internazionale dell'Iran nell'era dello scià. Nel palazzo principale si accede previa vestizione di cuffiette copriscarpe, simili a quelle delle sale operatorie. Non si possono scattare foto. Le sale, sfarzose e imponenti, riproducono con alcuni manichini scene di vita Reale e presentano vari regali ricevuti dalle dinastie e dai governi europei, e non solo, dell'epoca (credo regali non molto disinteressati).
Finito la visita mi reco a mangiare un panino e poi mi butto nel bazaar di Tehran, a quanto dicono il più grande al mondo. E questo devo dire che non mi è piaciuto molto. Per varie ragioni. E' sicuramente diverso da quelli visti nelle altre città iraniane: in questo, alcuni venditori gridano, modello Vucciria o mercati cittadini di una volta (ora in Italia sono in mano a cinesi e stranieri e gli urlatori sono un po' spariti). E' ultra-affollato ed è difficile muoversi. Per fare pochi metri possono essere necessari diversi minuti (c'è da dire che il fato ha voluto farmi visitare il mercato nella sconsigliatissima ora di punta). E' immenso. La sola cosa positiva è che c'è un po' di tutto. Ma dopo pochi minuti me ne vado, troppo caos. C'è da dire che a livello di mercati, di bazaar e viali con serie di negozietti, se ne trovano vari in città.
Rientrato in albergo per prendere un po' di riposo, decido di andare a visitare il Museo dei Gioielli, anch'esso poco distante dall'albergo. Purtroppo lo trovo chiuso, è aperto solo dal sabato al martedì. Questa volta la Lonely ha ragione, ho sbagliato io. Ora devo scegliere una meta alternativa tra il Park e Laleh (o qualcosa di simile) e un mercatino che vedo poco distante. Decido per il B, dato che lo vedo molto tranquillo e il bazaar centrale mi aveva un po' rimbambito anche per la stanchezza della nottata, non ancora smaltita.
Sui musei di Tehran, va segnalata una cosa: hanno giorni e orari di apertura che, per varie ragioni, sono un po' anomali. La città è ricca di musei, veramente tanti (dal Cinema ai Gioielli, da quelli d'arte a quelli dell'auto, tanto per citarne alcuni). Faccio qualche esempio: i Gioielli è aperto dal sabato al martedì; l'ex Covo dell'Ambasciata Americana (quello dei murales) solo dall'1 al 10 febbraio; quello d'arte è aperto solo in presenza di esposizioni di artisti iraniani perché Ahmadinhejad lo aveva chiuso in quanto riteneva l'arte occidentale propaganda occidentale e quindi lo si poteva - o può, ora non so - visitare solo se nel periodo del vostro soggiorno è presente una esposizione dedicata ad artisti locali).
Poi vado a cambiare del denaro e faccio per la prima volta conoscenza con il mercato nero, che evito. Alcune persone stazionano fuori dall'ufficio cambio e avvicinano i clienti prima che questi entrino nell'ufficio. Avvicinato anche me, rifiuto all'istante.
Torno in albergo, riposo un po' e mi preparo per la serata. Decido di mangiare al ristorante interno. La cosa interessante è che non trovo cameriere. Una volta ordinato il piatto, è sparito. Dalla cucina mi chiamano, devo andare di mio a prendere la pietanza. Dopo un po' ecco comparire il cameriere, che si ferma a centro sala a guardare beatamente la tv.
Per la sera decido di tornare a Tajrish, a guardare i possibili acquisti per l'indomani. E noto la maglia della Nazionale Iraniana: un po' farlocca, ma ad essere sinceri non ho mai trovato nulla di marca originale in tutto l'Iran.
Una volta girato per bene, mi muovo in tempo per la metro (l'ultima corsa è molto presto, alle 10.30 della sera) e poi torno in albergo.
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