Batumi.
E dopo la montagna si vola al mare...
http://www.russia-italia.com/vai-a-43-v ... ?start=630http://www.russia-italia.com/44-vf34-vt ... ?start=645...il caso ha voluto che, in questo 2016, due “ponti” fossero ravvicinati, quello della Pentecoste, che ho trascorso con la famiglia sui Carpazi; e questo, del “den’ Konstitutsii” (“giorno della Costituzione”), che, cadendo di martedì 28 giugno, mi permette di avere ben 4 giorni buoni per fare il viaggetto in Georgia.
Spettacolare l’atterraggio che in un lampo di quache secondo mi irradia per intero la compatta e brulicante città di Batumi. Riconosco subito dall’alto posti già noti, e già sento l’emozione per questo ritorno qui, a distanza di due anni. È la prima volta che arrivo direttamente a Batumi; negli anni precedenti, quando si volava con la Wizz Air, si atterrava a Kutaisi e poi in marshrutka si giungeva qui. Adesso che la “Wizz”-ucraina ha fortemente ridotto le destinazioni eliminando la Georgia, la nuova tratta Kiev-Batumi è servita da una compagnia pure nuova, la Yan Air.
Il piccolo aeroporto e la totale assenza di movimentazione favoriscono una veloce uscita. Batumi ci accoglie con un caldo umidissimo, ma in fondo, è quello che desideravo. Al mare deve fare caldo, e soprattutto, per me, l’acqua del mare deve essere calda...
Ci metto poco a realizzare che sono di di nuovo in Georgia. Subito un assalto di taxisti rumorosissimi, beccandosi tra loro per la preda del momento, mi proietta in una dimensione che già conosco. Questa volta sono in compagnia della famigliola al completo. E per Paolino si tratta del suo primo viaggio all’estero che non sia Italia; mentre il più piccolo – il Giorgetto – ce lo eravamo portati dietro in primavera durante un week end a Riga.
Ehh già, anche la Georgia è uno dei posti che negli ultimi anni sento “miei”, e che apprezzo a tal punto che sono riuscito a farlo amare anche alla moglie. È forse uno dei Paesi più affascinanti tra tutti quelli da me visitati. Più volte ho raccontato della sua somiglianza alla cara Italia: le montagne, il mare, i paesaggi e la natura in generale; un forte regionalismo che si riflette nei dialetti e nei cibi e in un certo campanilismo, la tradizione eno-grastronomica, la storia antica, le usanze, l’arte, la Cristianità... ma tutto, rispetto all’Italia, in versione più compatta, considerata la modesta entità del territorio. In tanti anni di visite credo di aver girato e conosciuto parecchio questo Paese. Qui ho amici fraterni, perchè quando hai un amico georgiano... è per la vita! Ed ho un legame simbolico profondo con esso, incarnato nel nome del mio secondogenito, che lo deve proprio a questa terra; qui infatti, mentre ci trovavamo a Tbilisi e, indecisi, parlavamo coi nostri amici georgiani su che nome dare al nascituro, io e la mogliettina abbiamo trovato il consenso proprio su “Giorgio”. Che poi San Giorgio è pure il patrono della Georgia e questo nome è molto popolare e rispettato qui.
Non sono un grande amante del mare. Trascorrere intere giornate su una spiaggia, sotto il sole o sotto un ombrellone non fa per me; sin da piccolo ho sempre amato la montagna perchè essa riempie non solo i miei polmoni di aria pura, ma soprattutto lo spirito di soddisfazioni e di pienezza interiore. Ma il mare è il giusto compenso agli sforzi della montagna, e qualche giorno di svago e ralax, alternato ad altre escursioni, è sempre il benvenuto! A maggior ragione qui dove, da qualche tempo – da quando ho ripreso a viaggiare in Georgia con la moglie, nel 2013 – si trova il “mio” mare. Il mar Nero l’ho visto da varie angolazioni. L’ho toccato nelle sabbiose spiagge della Bulgaria, nella pure sabbiosa e monotona costa di Odessa, fino alla scenografica Crimea. Ma è in questa estremità meridionale (qui in Georgia e nella adiacente costa turca) che apprezzo maggiormente questo mare, proprio perchè oltre al paesaggio e all’ambiente, d’estate qui l’acqua del mare è più calda. In Crimea per esempio, anche in piena estate e con mare liscio come l’olio mi ricordo di giornate in cui l’acqua era gelida per un qualche movimento di correnti sottomarine... e tali correnti sono frequenti...
La bella e selvaggia Crimea – perchè davvero i paesaggi marittimi più belli sul mar Nero li ho visti li, ed in particolare nella zona di Novij Svet – che ricordi...!
(Qui il racconto di qualche avventura di anni fa in quella terra:
http://www.russia-italia.com/3-vf34-vt1 ... l?start=30)
Il paesaggio a Novij Svet. Foto dal mio archivio fotografico di un viaggio in Crimea del 2011.
...e ancora.
L’ho girata in lungo e in largo quella penisola, e là amavo trascorrere “ponti” del genere in passato, ma adesso è per me più lontana e più difficilmente gestibile. Ora infatti, essendo tornata a far parte della Russia, necessito del visto per andarci (e ne avrei 3 di visti da fare: per me e per i due bambini anche loro con passaporto italiano), e poi c’è un confine che è un pò un’incognita (tra controlli, tempi, stress di attese, ecc.); e non ci sono più voli diretti o treni da Kiev. Ecco dunque che la soluzione ideale è quella di Batumi che posso raggiungere comodamente in poco più di due ore di volo. Tra l’altro è un’opzione ancor più stimolante per me perchè posso unire mare, avventure nella natura “zaino in spalla”, “mangiatine” spettacolari, ecc.; il tutto in una cornice colorita e varia che solo un territorio ex-sovietico ti dà. Anche la lingua non è un problema, a Batumi la gran parte della gente – molto più che a Tbilisi, per esempio – parla russo, sebbene con quel divertentissimo accento e cadenza caucasici.
Nell’appartamento, in ul. Akhmeteli, c’è già Manana – la padrona – che ci aspetta. Quest’anno, per comodità, ho preso in affitto un appartamento. La casa è quella in cui lei vive, ma che, per arrotondare le entrate, affitta ai turisti spostandosi lei da un’altra parte. Certo dalle foto su “booking.com” mi ero fatto un pò un’altra idea... l’interno in qualche modo coincide, si tocca con mano che è una casa “vissuta”. L’arredamento è quello tipico degli anni ’80 sovietici, con quello stile inconfondibile ricco di mobilio in legno laccato; essa è spaziosa e luninosa; e noi tutti ci sentiamo subito a nostro agio. L’edificio è una “mnogoetazhka” sovietica col tipico ingresso puzzolente e sporco. E poi la chicca: proprio oggi – giorno del nostro arrivo – hanno chiuso in città l’acqua calda. Anche questo è un aspetto tipico delle città post-sovietiche: d’estate per la manutenzione delle tubature spesso viene toltla l’acqua calda. Qui non c’è il boiler; significa che per questi quattro giorni dovremo arrangiarci con l’acqua fredda o col buon vecchio sistema del riscaldamento (qui c’è la cucina eletrica) dell’acqua nei pentoloni... ma non è un problema! Fuori fa un gran caldo e una doccia fresca dopo il mare non è certo una catastrofe. E il mare è davvero a due passi da qui.
Il centro storico di Batumi è piccolo e delimitato dalle due magistrali principali, la ul. Rustaveli, parallela al mare, e, più in dentro, la ul. Chavchavadze. Tra loro si collegano perpendicolarmente decine di viettine, che ne intersecano altre parallele, pullulanti di negozietti, di piccoli hotel, di localini tipici e di bancarelle varie. Questo è il cuore della città vecchia. Si alternano casette con facciate restaurate, molto belle, alcune in stile zarista, ad altre fatiscenti e diroccate; esse sono una attaccata all’altra, tutte basse, a due-tre piani; certi balconi, molti sei quali in legno, paiono lì lì per crollarti in testa, tanto sono decadenti... curioso poi il “fai da te” georgiano (questo l’avevo notato anche a Tbilisi): dentro i cortili delle case spesso si incontrano costruzioni aggiuntive “selvagge”, poggiate su improvvisate colonne di ferro – sicuramente fuori da ogni piano regolatore – che servono per allargare la propria abitazione. E poi la biancheria appesa da una finestra all’altra dei palazzi, col sistema a carrucola per trascinarla indietro verso la finestra...
Le fontane in centro (da non confondere con le "famose danzanti") non lontano dal lungomare.
Il teatro dell'opera.
Scorcio del centro.
Scorcio del centro.
Le fontane in centro di notte.
Localini all'aperto in centro, in una piazza che si chiama proprio "Piazza".
C’è poi la Batumi nuova! Subito l’occhio mi cade su un altissimo grattacielo, che due anni fa – ricordo – non esisteva ancora... L’hanno costruito proprio vicino alla ruota panoramica e alla torre dell’alfabeto, vicino al porto, ed hanno a mio parere reso meno bello questo “rajon”. Me ne rendo durante la prima gitarella della vacanza – un giretto in motoscafo giusto per respirare un po' di brezza marina.
Vista di Batumi dal mare.
Non ripeterò questa volta, per mancanza di tempo, la salita con la cabinovia che porta al "belvedere". Ma il ricordo di quella vista me lo porto ancora dentro...
Foto d'archivio tratta dal mio viaggio a Batumi del 2014. La vista dal "belvedere" sulla città. Come si può vedere, rispetto alla foto sopra, non c'è ancora il nuovo grattacielo, costruito negli ultimi due anni.
Sempre dal viaggio del 2014.
...e la vista sul porto.
C’è poi la Batumi sovietica con i tipici “spalnye rajony” (quartieri dormitorio) e ci sono poi decine di palazzoni “mnogoetazhki” (condomini "a tanti piani"), alcuni anche di buon livello qualitativo, che si estendono sul lungomare fuori dal centro in direzione aeroporto: questa sorta di Batumi-2 è realizzata per il business... con 30.000 dollari si può comprare un monolocale... non nascondo di averci fatto un pensierino già da tempo...
La voglia di andare subito a vedere il mare è forte. I pargoli scalpitano, Paolino vuole buttarsi già in acqua ed io pure ho voglia di fare il primo bagno. E così in breve siamo in spiaggia e ci dedichiamo al bagno e a fare una lunga passeggiata sul lungomare. Un aspetto che apprezzo molto in questa parte di mar Nero è la spiaggia ghiaiosa. Non so perchè, ma quando ero piccolo amavo la sabbia (e vedo, quando sono al mare in Italia, che anche ai miei piccoli piace); crescendo, ed ora ancor di più, la sabbia non la sopporto più e preferisco i sassi, che mi evitano il fastidio, uscendo dall’acqua, di sentirmi i piedi sporchi. La spiaggia non è larghissima, e poi, nonostante sia già iniziata la stagione balneare, non c’è tanto movimento – e questo l’avevo notato anche le altre volte in passato. C’è un certo turismo locale, georgiani e armeni; dalla parlata si sentono poi molti russi e ucraini; e poi ci sono i turchi, i “vicini di casa”, che – come ci racconta la gente del posto – qui possono stravaccarsi in spiaggia sorseggiando una fresca birra, a differenza che a casa loro dove è proibito. I turchi li si riconosce subito e per la parlata e per l’aspetto fisico più arabeggiante dalla pelle più scura; nel complesso i giovani turchi hanno dei bei fisici, snelli e robusti, molti uomini hanno la barba folta; i georgiani invece sono un pò tutti uguali, hanno la pelle più chiara, i capelli scuri e una pettinatura con la riga a lato (a sinistra o a destra)... le donne sono abbastanza inguardabili, a parte rari casi; si nota che nella loro millenaria storia non hanno avuto un gran chè di miscugli con altre razze: il naso è forse una delle caratteristiche maggiormente distintive del popolo georgiano: un pò aquilino e prominente. E le “panzette” messe in bella mostra sono un programma... per non parlare del tono di voce... già hanno una lingua che oltre che indecifrabile è dura e gutturale; se poi si aggiunge il tono di voce alto e lo stile un pò aggressivo delle conversazioni, l’impressione per chi non li conosce è quella che siano sempre incazzati o che stiano litigando. Questo è il bello della diversità...
Il "benvenuto" mangereccio a Batumi: "adjarskij" khachapuri (quello con l'uovo), tipica insalata fresca georgiana con cetrioli e pomodori e guarnita con la tipica salsa di noci; e piatto di formaggi tipici, tra cui predomina il morbido "suluguni".
È piacevolissimo passeggiare sul lungomare. Lo ricordavo così, curato, pulitissimo e molto verde. Un filare di piccole palme delimita la pista ciclabile dalla strada dal passeggio che costeggia la spiaggia. Sì, perchè a Batumi si possono prendere a noleggio le biciclette... al di là della pista ciclabile si estende la zona verde composta da pini marittimi, palme, cactus e altra vegetazione. Di tanto in tanto si incontrano barettini con terrazze e con i caratteristici “domiki” (casettine); nei ristoranti e nei “kafè” georgiani, ma un pò in tutto il Caucaso, è tipicissimo l’uso di questi “domiki”, dove ci si può sedere più intimamente con una compagnia di amici. Per fortuna non sono tanti, non c’è quell’ossessionante sfilza di locali, discoteche e ristoranti; forse ciò non è un bene per gli “sbarbati”, ma per me ciò rende l’ambiente più tranquillo e riposante. Di tanto in tanto poi si incontrano sculture moderne in bronzo a dare un tocco di originalità al lungomare.
Il lungomare di Batumi.
Un locale sul lungomare.
Una delle sculture che si incontrano passeggiando sul lungomare.
Il lungomare di notte.
Si può cominciare dal porto, dalla zona della ruota panoramica. Anzi, un giro su di essa è obbligatorio per gustare dall’alto la vista sul centro storico della città, sulle montagne circostanti, sul porto, sul mare... e sulle sagome di Alì e Nino, che pure girano, poggiate su marchingegno di ferro, contemporaneamente insieme, e su sè stesse. In questo modo si alternano schiena contro schiena e volto contro volto a simboleggiare l’avvicinamento e l’allontanamento...
La vista sul centro di Batumi dalla ruota panoramica.
La vista sul porto.
...e quella su Alì e Nino...
Ed ecco un primo piano di Alì e Nino.
Questa originale opera d’arte in ferro – la statua dell’amore – rappresenta i protagonisti di un romanzo di un autore azero dell’inizio del ‘900 che racconta la storia d’amore tra Alì, musulmano azero e Nino, una ragazza cristiana georgiana; ambientato a Baku sullo sfondo delle vicende della prima Guerra Mondiale e della rivoluzione bolscevica che poi toccherà anche l’Azerbaijan, in esso l’autore cerca di dare delle risposte all’eterno conflitto tra mondo musulmano e cristiano, oriente e occidente, e al riflesso di questi macrosistemi sulla storia d’amore tra un uomo e una donna.
Il momento per me migliore per passeggiare sul lungomare è al tramonto in modo da poter giungere in tempo, verso le nove di sera, e dopo aver percorso, credo, un paio di chilometri, alle spettacolari fontane "danzanti".
Le fontane "danzanti".
...e ancora...
Ci tenevo davvero che i piccoli vedessero questo incredibile gioco d’acqua e di illuminazione che, a suon di musica in un medley di pezzi classici, contemòporanei, jazz e del rock, crea uno spettacolo di geometrie impressionante ed unico. Ci riusciamo solo l’ultima sera e lo stupore dei bambini è tutto negli occhi luccicanti che riflettono i colori che provengono da quel gioco di spruzzi, e nei gemiti del Giorgetto che con le braccia tende verso le fontane quasi a volerle toccare. Qui, nella frescura dove ogni tanto ti raggiunge qualche spruzzo, nelle luci del tramonto, si può trascorrere seduti una bella oretta.
Gringox